Pagine

22 maggio 2025

RECENSIONE - Figlia del Rantolo - di Emanuela A. Imineo






FIGLIA DEL RANTOLO
 Autore: Emanuela A. Imineo 
 Editore: Dark Abyss Edizioni 
 Collana: Marie C. Laveau
 Genere: Horror gotico / psicologico 
 Formato: Brossura Pagine: 222
Cartaceo: 18,00€ 

Il rantolo è l’ultima carezza della morte.
Ma cosa succede quando si trasforma in voce?


Non tutte le eredità si leggono nei testamenti. Alcune… arrivano urlando.
C’è una casa.
Una famiglia spezzata.
E una presenza, dai capelli bianchi e la bocca aperta.
La chiamano con nomi diversi.
Ma lei ha sempre lo stesso volto.
E un urlo che non smette mai di respirare.
La Banshee.
Non annuncia la morte.
La coltiva.
La nutre nei silenzi.
La infila sotto le porte.
Branwen è tornata.
Ma non è più una figlia.

Perfetto per chi ama l’horror gotico, viscerale, psicologico.
Un viaggio tra lutto, maledizione e voce ancestrale.


Per chi sente ancora piangere i muri.
Per chi ha lasciato morire qualcuno da solo.
Per chi sa che certe eredità… Si portano nel corpo.
 







Oggi vi parlo di "Figlia del Rantolo" di Emanuela A. Imineo. Vi dico subito che non è una lettura per chi cerca evasione leggera. Fin dalle prime pagine, il romanzo ci afferra con una forza oscura e viscerale, trasportandoci in un mondo dove il confine tra realtà e incubo si fa sempre più labile. L'autrice tesse una trama fitta di angoscia e dolore viscerale, avvolge il racconto in un'atmosfera gotica e inquietante che cresce sempre di più fino all'ultima pagina.

La protagonista, tormentata e complessa, è una figura che si incide nella memoria. L'autrice non teme di esplorare le zone d'ombra dell'animo umano, mettendo a nudo paure ancestrali e traumi profondi con una scrittura intensa e a tratti lirica.

Lo stile della Imineo è uno degli elementi più distintivi del romanzo. La sua prosa è evocativa, ricca di immagini potenti e metafore che amplificano il senso di oppressione e di sensi di colpa. La narrazione procede con un ritmo incalzante, alternando momenti di quieta angoscia a esplosioni di terrore, mantenendo alta la suspense.

Seppur a tratti la cupezza possa risultare intensa, è proprio in questa atmosfera soffocante che risiede la forza del romanzo: scava nel profondo, interroga il lettore sulle fragilità dell'esistenza e sulla persistenza del passato. Non è un libro che si dimentica facilmente; le sue eco risuonano a lungo dopo averne terminato la lettura, lasciandomi a lungo una sensazione di inquietudine e, al contempo, di profonda riflessione. Perché la parte finale è un inno ad un amore e odio dell'autrice verso una perdita che non era pronta ad affrontare, che da sola ha dovuto gestire e che da sola ha dovuto mandare giù, abbandonata a se stessa con il suo dolore e senso di colpa che è diventato un buco nero nella sua anima.

Consigliato a chi ama le atmosfere gotiche, le storie psicologicamente intense e una scrittura che non ha paura di affrontare i lati più oscuri dell'animo umano. "Figlia del Rantolo" è un'esperienza di lettura immersiva e perturbante, un viaggio nel cuore della notte dell'anima.




 

Nessun commento:

Posta un commento