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01 luglio 2025

RECENSIONE - "Riempiendo il cielo Inglese di miraggi" - di Renato Ghezzi





Il “diario” di un viaggio che dalla realtà si snoda nel fantastico, tra storia, leggende e letteratura, per tornare infine a casa con l'elisir distillato dalle esperienze vissute, lette o immaginate. di Renato Ghezzi Questo è il “diario” di un viaggio compiuto nell'estate del 2022 dall'autore e dalla moglie. A bordo di un'auto a noleggio, hanno vagato per il Sud-Ovest dell'Inghilterra in cerca di suggestioni ed emozioni. Hanno visitato luoghi densi di riferimenti e di richiami per la cultura inglese, e non solo, quali Bath o Stratford-upon-Avon, esplorando gli agganci che città, paesaggi, monumenti hanno con la storia, le leggende, la letteratura. Come i due viaggiatori, il lettore incontrerà re Artù, Francis Drake, Jane Austen, il mastino dei Baskerville, Enrico VIII, insieme a personaggi meno noti, come Aleister Crowley o Ernest Shackleton. Un viaggio in cui la realtà geografica è la porta per il fantastico, per l'immaginario. Un piccolo “viaggio dell'Eroe”, fuori dal mondo ordinario, per tornare infine a casa con l'elisir distillato dalle esperienze vissute, lette o immaginate.

Quando ho letto il titolo del libro mi è sembrato particolare e mi ha incuriosito, mi sono chiesta: “perché?”. È stato il primo gancio di una piacevole lettura.

Non è solo il diario di un viaggio fisico compiuto dall’autore con la moglie Rosa in Cornovaglia e nel sud-ovest dell’Inghilterra, ma è anche e soprattutto quello arricchito da una fervida immaginazione, nutrita dalle leggende che aleggiano numerose nei luoghi che svelano il loro comune denominatore in un personaggio che, pure lui, si muove fra la storia e la leggenda: Re Artù, e da un’ottima cultura storico-letteraria (ma anche musicale, cinematografica) che l’autore imbastisce nella trama sapientemente senza risultare mai stucchevole o pedante: tutto è molto bilanciato e riesce a trasportare chi legge in quei luoghi in un continuo viaggio nel tempo attraverso la geografia e la fantasia; viaggio nel tempo perché “troppa realtà fa male” ci sottolinea l’autore quasi a metterci in guardia che se nel titolo ha scritto “miraggi” un motivo ci sarà. E c’è perché il viaggio, fatto secondo “un percorso a stella”, ci porta nella dimensione “del fantastico dell’immaginario e del surreale”. L’autore dei luoghi che visita ci fa una descrizione che pian piano sfuma in un’altra epoca e “ogni senso di realtà scompare”.





 

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