Bentrovate, anime belle, ammetto che è la prima volta che mi trovo in difficolta davanti a una recensione per la O.D.E.
Non
dipende dalla ce che, come sempre, da un prodotto di qualità.
Il
problema nel formulare un "giudizio", dipende dalla storia in sé che
non mi ha convinto sin dall'inizio.
Partiamo
dai personaggi: Eva e Thomas, entrambi si portano dietro ferite non visibili
all'occhio umano.
Eva
cerca una seconda opportunità per vivere, dopo il grave lutto che l'ha colpita.
Thomas,
ha un passato che lo ha ferito e lo vincola a una situazione che sa di
menzogna.
Eva
e Thomas un incontro per caso, il mondo che si oscura e la passione che si
accende.
Forse
è stato proprio questo a portarmi arrivata a un certo punto a dire: di nuovo?
L'intera
storia è piena di spicy, ogni litigio, ogni sorta di chiarimento si consuma con
il sesso.
Non
è un rapporto che cresce con il tempo, sembra di rimanere sempre lì, con Eva
che rincorre gli sbalzi di umore di Thomas e lui che tenta di placare un mostro
che le rode l'anima.
In
una società in cui la donna è purtroppo ancora vittima dell'uomo padrone,
l'intera storia mi ha fatto storcere il naso.
Mancanza
di libertà è questo che ho avvertito a un certo punto.
Possessione
e Ossessione di quella che può cambiare un uomo.
Ovviamente
è una mia impressione, un parere oggettivo che però non mi ha portato a
pensare: che bel romanzo.
Sarà
che non tollero quella supremazia che il sesso maschile vuole far ancora
emergere.
E
anche se Eve ci provava a dire NO, puntualmente finiva fra le lenzuola.
Nello
stesso epilogo qualcosa mi ha portato a chiudere il romanzo con una parola:
ancora?
Mi
dispiace per l'autrice che, a quanto ho capito, è emergente, e anche per la
O.D.E. perché ormai leggendola da tanto conosco il loro modo di lavorare.
Non
riesco a dare più di tre piume a una storia che a mio dire avrebbe potuto dare
molto di più.
A
presto
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