Non tutti vedono oltre. E chi lo fa... paga un prezzo.
In una cittadina dove il silenzio pesa più delle parole, tre ragazzi iniziano a percepire presenze che gli altri ignorano. Ombre che camminano accanto ai vivi. E un ragazzo scomparso troppo presto.
Viola annota ciò che non riesce a spiegare. Francesco si rifugia nel buio. Lorenzo disegna volti che nessuno conosce. Ma nulla è come sembra, e ogni sguardo in più potrebbe cambiare il destino.
Un romanzo intenso e sospeso, dove il confine tra il possibile e l'impossibile si fa sottile come un respiro.
Per chi cerca storie che parlano di legami, di perdita, e di quello che resta quando tutto sembra svanire.
Recentemente ho avuto il piacere di leggere questo paranormal, dove i quattro ragazzi protagonisti (Thomas, Francesco, Viola e Lorenzo)mi sono entrati nel cuore ognuno a modo suo, con i loro difetti, i loro silenzi e paure. Ho percepito tutte le loro emozioni, merito anche dell'autrice che è riuscita con la sua scrittura a far sentire ogni sfumatura. Sono schiacciati a volte dal peso di una percezione che gli impedisce una vita normale. Sono anime tormentate, costrette a percepire le increspature del mondo che la maggior parte di noi ignora.
Dimenticatevi l'idea romantica del "dono" o del "potere"; qui, il Clarus Videre è esattamente ciò che il sottotitolo suggerisce: una ferita che non si chiude: un viaggio nel profondo dell'anima.
Nivis ha l'abilità rara, come accennavo prima, di rendere palpabile il disagio dei protagonisti, che non sono eroi, ma individui tormentati dalla loro stessa percezione. La sua scrittura è incisiva, a tratti brutale, ma sempre onesta. Non ci sono filtri, solo la cruda realtà di chi vive con una ferita aperta che non si rimargina mai. L'autrice è abile nel creare atmosfere claustrofobiche, dove il confine tra il visibile e l'invisibile si assottiglia pericolosamente.
La narrazione è intrisa di un'atmosfera malinconica. Le descrizioni sono vivide, spesso permeate da un senso di solitudine e rassegnazione . Il pregio maggiore del romanzo è proprio la capacità di farci percepire il Clarus Videre non come una capacità visiva, ma come un senso interiore amplificato, una sorta di ipersensibilità che rende la vita un costante confronto con l'inevitabile sofferenza.
Un romanzo che parla di solitudine, di accettazione del dolore come parte integrante dell'essere, e della difficoltà di convivere con una conoscenza che isola.
Se siete pronti a guardare oltre la superficie e ad accettare che a volte la verità può essere una ferita, "Clarus Videre" è un romanzo che vi lascerà un segno indelebile.
Buona Lettura!
Nessun commento:
Posta un commento