Se stai cercando una storia in stile “ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA” allora sei nel posto giusto!
Berlino est, 1979. L’esplosione di una centrale industriale sconvolge la notte silenziosa. Emanazioni tossiche si diffondono per l’aria, investendo un neonato innocente e innescando un’alterazione del suo DNA. Un potere oscuro e incontenibile si risveglierà in lui. Il patto di sangue stretto con un amico fraterno, anni dopo, intrappolerà quest’ultimo in una spirale di poteri paranormali che lo condurranno a una realtà distorta e paranoide. Mentre il confine tra reale e paranormale sbiadisce sempre più, il protagonista si ritroverà sull’orlo della follia a combattere una lotta impari per la sua stessa sopravvivenza.
Berlino est, 1979. L’esplosione di una centrale industriale sconvolge la notte silenziosa. Emanazioni tossiche si diffondono per l’aria, investendo un neonato innocente e innescando un’alterazione del suo DNA. Un potere oscuro e incontenibile si risveglierà in lui. Il patto di sangue stretto con un amico fraterno, anni dopo, intrappolerà quest’ultimo in una spirale di poteri paranormali che lo condurranno a una realtà distorta e paranoide. Mentre il confine tra reale e paranormale sbiadisce sempre più, il protagonista si ritroverà sull’orlo della follia a combattere una lotta impari per la sua stessa sopravvivenza.
Jo e Marco, protagonisti di Male dentro, sono amici inseparabili da che hanno memoria: il primo sicuro di sé e intraprendente, il secondo più tranquillo e meditabondo. La loro vita scorre serena, finché Marco decide di suicidarsi. Inizia il travaglio di Jo nella sua ricerca di risposte ai perché di quel gesto, di cui si sente colpevole per un patto di sangue sancito da bambini; una ricerca a volte snervante e incomprensibile mista di realtà e immaginazione in uno rapporto di spazio e tempo atipici. Si tratta di un viaggio onirico? Di un’allucinazione? Di una vicenda vissuta dall’autore (visto l’uso del proprio nome in prima persona che potrebbe essere un indizio in tal senso) e trasfigurata nell’immaginario narrativo? Difficile dirlo.
La narrazione segue una struttura circolare: alla fine si ritorna al punto di inizio anche per ciò che riguarda la denominazione dei capitoli che, dall’inizio seguono la numerazione da zero a undici e alla fine, fatto salvo l’unico capitolo dodici, ridiscendono dall’undicesimo allo zero.
Come lo stesso autore ci informa, il modello seguito è Stephen King; lo stile, se anche in modo acerbo, lo richiama: frasi e parole reiterate in modo martellante, vocali lungamente allungate (scusate il bisticcio), la vocina che ti parla all’orecchio (che sia coscienza, follia o semplicemente il pensiero reso noto al lettore).
Lettura per amanti del genere.
Grazie mille x la bellissima recensione !!!
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