05 settembre 2024

RECENSIONE - Vendetta all'ombra della Mole - di Costantini & Falcone

 



Torino, 1900. Mancano pochi giorni all'apertura della prima Mostra dell'Automobile. L'industriale Rodolfo Pinto chiama nel proprio palazzo amici e parenti per festeggiare il sessantesimo compleanno e la presentazione della nuova Pinto-Rowland 2,8 cv. Tra gli ospiti, il professor Giacomo Artom, noto criminologo, e l'affascinante medium Madam Bastet. Sarà sotto i loro occhi che i segreti della famiglia Pinto si dipaneranno fino a portare all'omicidio del dissoluto aristocratico, colpito alla testa da una statuetta del dio Anubi portata in dono dal direttore del museo egizio Ernesto Schiaparelli. Sarà la sedicente medium a demolire le certezze del criminologo scoprendo l'assassino di un uomo che tutti avevano motivo di odiare.



Vendetta all’ombra della Mole, romanzo scritto a quattro mani da Laura Costantini e Loredana Falcone, è un giallo ambientato nella Torino del 1900, dove nel ricco palazzo dei Pinto si consuma un delitto.

La narrazione è divisa in due parti: nella prima conosciamo tutti i personaggi che si riuniscono a palazzo perché invitati per il festeggiamento del sessantesimo compleanno del padrone di casa, Rodolfo Pinto il quale vuole anche inaugurare la sua nuova auto Pinto-Rowland e trovare moglie per il figlio Filippo. Il ventaglio di caratteri che il romanzo ci mostra è vario: Rodolfo Pinto l’industriale simbolo della borghesia arricchita, ma che per avere un titolo nobiliare ha dovuto legarsi in parentela con un essere spregevole come il conte (decaduto) Aliberto che ne è divenuto genero e anche parassita; Letizia moglie di Aliberto che deve subire continue angherie dal marito; Filippo, l’ultimogenito di Rodolfo con un segreto custodito nel cuore; Francesca nuora di Rodolfo e vedova insidiata dall’odioso Aliberto; intorno gravita la silenziosa e fedele servitù che conosce magagne, vizi e virtù dei suoi signori: il maggiordomo Felice e la governante, la signora Rizzato. Ci sono anche gli ospiti: il criminologo Giacomo Artom e la medium Madame Bastet che svolgeranno le indagini sull’omicidio nella seconda parte del romanzo; l’ingegnere Eligio Berti, ideatore dell’automobile Pinto-Rowland, e diversi altri.

I tipi e i caratteri sono tutti ben costruiti nella loro unicità, con ipocrisie e rancori annessi, e ciò si sprigiona durante le indagini, quando ognuno avrebbe avuto ottimi moventi per uccidere Aliberto. A proposito delle indagini due sono le figure di rilievo: il criminologo Artom che si basa sulle discutibili teorie fisiognomiche di Cesare Lombroso e sulla capacità di analisi, a suo dire, tutta maschile per stanare il colpevole, e Madame Bastet, medium o sedicente tale, che in realtà è una donna di mondo, scaltra e calata nella parte di dama, femminilmente arguta e che, a dispetto della tanto decantata capacità investigativa maschile del professor Artom, sarà la prima a trovare il bandolo della matassa.

Altrettanto ben costruita l’ambientazione e il linguaggio entrambi adeguati al periodo del primo ‘900 e al ceto nobiliare.

Ottimo.





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