24 settembre 2024

RECENSIONE - La più bella estate della mia vita - di Andrea Ansevini

 



Tobia, quindici anni, una vita davanti e tanta voglia di viverla. Abita con i suoi genitori a Pistoia, ma passa le vacanze nella casa dei nonni, nell’incantevole isola di Favignana e, come i gabbiani il cui volo ama imitare, sprezzante del pericolo si lancia dalla scogliera più alta, a picco sul mare. Come quella di ogni adolescente, la sua vita è scandita da grandi gioie e grandi dolori: la gita scolastica, il terribile incidente accaduto all’amico del cuore, il diario sul quale scrive i suoi segreti e i suoi pensieri. In sottofondo, le note della musica anni Settanta. Poi, i primi problemi di salute, le visite, le analisi, i viaggi in giro per l’Italia in cerca di qualcuno in grado di formulare una diagnosi. Infine, la cocente verità: una malattia rara, terribile e semisconosciuta. Tobia si sente perso, ma ecco che la vita torna a sorridergli con gli occhi di Margherita, l’amore della sua vita. Lei sa capirlo e sostenerlo. In lei trova la forza di lottare, fino al giorno in cui il destino lo metterà di fronte a una nuova, durissima prova.

La più bella estate della mia vita è un romanzo semplice, ma potente, che tocca le corde del cuore.

È la storia vera di Tobia Caporali, che sin da bambino, e poi da adolescente, amava il mare e volare.

È un inno alla sua gioia di vivere che si manifesta nella voglia di volare che è desiderio di libertà, brama di respirare a pieni polmoni tutta la bellezza del mondo circostante, la cui massima espressione è il mare raggiunto dopo un tuffo dalle scogliere di Favignana. Tuffi che spaventano i genitori per il rischio di potersi far male, per poi scoprire che il destino può farti male anche senza colpirti fisicamente fra gli scogli.

Tobia si ammala, ma anche, ancora una volta, s’innamora: se il primo amore è stato il mare, ora si tratta di Margherita. Un amore intenso, pulito che rinforza in lui la voglia di vivere, nonostante le difficoltà. Tobia è un sognatore fortemente ottimista.

Oltre che dall’autore conosciamo la vita, ma soprattutto i pensieri e le sensazioni di Tobia dalla sua stessa voce attraverso stralci del suo diario le cui pagine hanno diviso con lui anche “l’umidità nelle calde notti”.

È un libro che, nonostante le lacrime e il dolore che contiene, è una prepotente ode alla vita che ha il potere di spezzare barriere di ogni tipo per dimostrarci che ciò che davvero è importante nell’esistenza di ognuno di noi è condividere con i nostri simili ogni cosa in armonia, perché siamo viaggiatori dello stesso viaggio.







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