Titolo: La Rosa prigioniera
Autore: Valentina Piazza
Genere: Medieval Romance
Uscita: 6 Ottobre
Prezzo di lancio a 0.99€ per qualche giorno
Inghilterra, 1299.
Odia essere trattata come un oggetto di scambio, ma non ha voce in capitolo ed è costretta a subire il gioco di due uomini che non si curano di lei, dei suoi sogni e delle sue speranze.
Il compito che Wolf gli affida, però, minaccia di condannare la sua anima all’inferno.
Onore e dovere, un debito di sangue nei confronti del suo
signore e la bruciante passione che prova per la Rosa Prigioniera lottano nel
cuore di Aland e gli dilaniano mente e anima, finché il cavaliere non è
costretto a prendere una decisione che cambierà per sempre il destino di
Rhoslyn, ma anche il suo.
Si
ritorna a Valentina Piazza, questa volta non siamo nell’epoca Regency, andiamo
più in là nel tempo.
Il
Medioevo fa da sfondo alle vicende dei protagonisti: Rhoslyn e Sir Aland de
Vere, Il Leone dell’Essex.
Ma
andiamo in ordine, non stiamo parlando del classico romanzo in cui la fanciulla
indifesa viene salvata dal cavaliere senza padrone.
In
La Rosa prigioniera, Valentina ci racconta il punto di vista di quelle
fanciulle che erano merce di scambio un tempo.
Trattate
al pari di capi di bestiame, un baratto per la pace o per un pezzo di terra.
Rhoslyn
è questo, un silenzio che urla fra i meandri di un castello perso nel tempo. La
sua lotta è fatta di mani che si intrecciano per il nervosismo, di un viso che
si china ma non di una testa che si abbassa.
Rhoslyn
è coraggio mascherato da dama, quella che dice sì, ma lotta.
Si
scontra con la violenza di un uomo, d'altronde all’epoca questa era la realtà,
una realtà governata dal sesso forte, quello che disponeva delle donne come se
fossero oggetti.
Ma
Aland… Aland la vede, indomita, bella, fiera.
E
ne viene conquistato.
Un
personaggio, lui, che racconta una storia nella storia, un passato che lo ha
segnato rendendolo un cavaliere errante che ha fatto dell’onore il suo
stendardo.
E
l’onore impone libertà, quella da concedere a una ragazza che viene messa con
le spalle al muro.
Apprezzo
questo lato della penna di Vale, lei che fa delle sue eroine esempi che
bisognerebbe seguire sempre.
Anche se le epoche sono diverse, anche se lo
sono i tempi, purtroppo la donna viene ancora vista come oggetto e non come
essere dotato di un’anima, che può lacerarsi insieme al cuore quando viene
privata della libertà.
Non
è la classica storia che segue la solita linea narrativa: c’è un inizio, una
chiamata per l’eroe, ma poi diventa un viaggio, una lotta contro se stessi,
contro quella coscienza che grida a gran voce di fare la scelta giusta.
Non
si conclude il cerchio con “e vissero felici e contenti”: prima di arrivare a
quella serenità gli ostacoli saranno tanti e, anche qui, la nostra Rhoslyn
dimostrerà che le donne, tante volte, vengono messe a tacere perché le loro
parole diventano più pericolose di sassi lanciati per ferire.
Bello
davvero, non leggevo un romanzo medievale da tanto e ne sono rimasta
affascinata.
Mi
sono ritrovata fra banchetti, dame che passeggiano in roseti, fra duelli a
singolar tenzone per la conquista di un cuore.
Ne
sono uscita con un gran sorriso e con la consapevolezza che ancora una volta la
Piazza ha fatto centro con il suo romanzo.
Le
cinque piume sono meritatissime, Vale: scrivi sempre di donne che lottano,
perché ci si priva della libertà solo quando si china il capo e si acconsente
senza reagire, e la tua eroina dimostra esattamente il contrario.
A
presto
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