19 gennaio 2022

RECENSIONE: - "Poggioreale: l'amputazione dell'Anima" - di Laura Parise

 





Titolo: Poggioreale: l'amputazione dell'Anima. 

Racconti vissuti di un'ex Assistente capo di Polizia

Autore: Laura Parise

Genere: Narrativa 

Disponibile in ebook a € 4,99
E in formato cartaceo a € 14,55


La storia vissuta in prima persona dall’Anonimus un ex Assistente capo della Polizia Penitenziaria che prestò servizio presso varie carceri Italiane e soprattutto nella casa circondariale di Napoli Poggioreale, dove l’anima viene amputata, tagliata via, buttata nell’immondizia e fatta marcire. E per sopperire a questa amputazione, non vi sono protesi, non vi sono trapianti, non esiste nulla che possa restituirla. Dove troppo spesso la giustizia lascia la bilancia per imbracciare la spada. Dentro le mura del carcere, vi è un mondo oscuro dove l’uomo viene inghiottito da quel mostro, con le sue mura cupe, i tristi corridoi, le sbarre alle finestre e alle porte, le sue regole e restrizioni, i suoi abusi e soprusi, dove perde parte della sua condizione umana, e si ritrova alla mercé di chi ha il potere di vita o di morte sulla sua stessa pelle. Tra regole e ordini sbagliati, tra potere e ingiustizie, tra mercenari e corrotti un viaggio alla scoperta di quello che molti sanno e tanti non vogliono vedere.


È un saggio redatto sulle testimonianze di “Anonimus”, un assistente capo di Polizia Penitenziaria che, ormai in pensione, ha deciso di raccontare all’autrice le verità che si celano nelle carceri italiane, in particolar modo a Poggioreale, a Napoli.

È una narrazione cruda da cui fuoriesce la crudeltà di un luogo che dovrebbe servire, sì a scontare una pena, ma anche a riabilitare un uomo, il detenuto. Invece saltano fuori violenze, soprusi e ingiustizie inferte proprio da chi la giustizia dovrebbe farla rispettare, così i paladini della giustizia si trasformano in carnefici che abusano del potere dato loro dalla divisa che indossano, mentre quelli che fuori da quelle mura sono stati carnefici si trasformano, al loro interno, in vittime su cui sfogare frustrazione e cattiveria.

È un saggio di denuncia del malessere della nostra società, un documento su cui non c’è molto da commentare, ma parecchio su cui riflettere se, come cita la Parise riportandoci alla memoria Dostoevskij, “il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”









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