Le tre protagoniste, tanto diverse, quanto vicine, sono unite dal sangue e dal muto dolore, che le porterà, attraverso varie vicende ed incidenti, di vita e di coscienza, a cambiare.
Dafne e Ginevra impareranno a trovare la forza e il coraggio per affrontare la vita, dovranno fare i conti con quello che il destino ha in serbo per loro; nonna (Ester) è colpita da una malattia neurodegenerativa, per la quale non vi è cura, Dafne e Ginevra dovranno affrontare questo ed altri eventi unendo le loro forze, e limando i loro caratteri, per far fronte comune ed aiutare la nonna, perno della famiglia, nel percorso finale della sua esistenza.
Ester desidera , prima di andarsene, aiutare la figlia e la nipote ad avere un rapporto madre-figlia migliore di quello che ebbe lei come madre con Dafne era stata una nonna dolcissima,non altrettanto come madre, ma spesso accade che da genitori si è più duri che da nonni
Tre donne: Ester, Dafne e Ginevra Tre generazioni che ruotano intorno alla figura di Ester, la capostipite ormai vecchia e malata, ma che ha ancora tanto amore e tanto da insegnare alla figlia (Dafne) rimasta vedova troppo giovane e alla nipote (Ginevra) divisa continuamente tra il senso del dovere verso la famiglia d’origine e il desiderio di costruirne una propria con l’uomo che ama. In mezzo le vicende legate al mondo del lavoro in crisi che si abbatte anche sull’azienda di Dafne e di Ginevra. Ma, apparentemente fragili, sia l’una che l’altra sapranno affrontare a testa alta le difficoltà e reinventarsi; impareranno a valutare meglio la gente che le circonda… impareranno, in poche parole, a “spiccare il volo dal nido”, ciascuna a modo suo, grazie agli insegnamenti di una vita di Ester, protagonista discreta di questo romanzo di vita quotidiana.
Il libro è scorrevole, delicato; forse si sarebbe potuto evitare qualche passaggio troppo lungo nei dialoghi. Qualche errore di punteggiatura.
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