27 aprile 2022

RECENSIONE: - "Il Libro Proibito" - di Franco Forte

 





Ducato di Milano, 1549. La carica di arcivescovo è la massima aspirazione per padre Guaraldo Giussani, Inquisitore Generale. 
Ma un libro, sottrattogli tempo addietro, custodisce un segreto pericoloso che lo riguarda, tale che potrebbe mettere a repentaglio la sua carriera e la sua vita.
Di che libro si tratta? Quale sconvolgente rivelazione è custodita tra le sue pagine? Padre Giussani è disposto a tutto pur di ritrovarlo. Negli oscuri sotterranei di un’abbazia, risuonano le grida di una donna, Mariangela Comencini, nuda e incatenata al tavolo delle torture, l’unica persona al mondo, forse, a sapere dove si trovi il libro, e perché è così pericoloso per Giussani. 
La vista delle sue carni dolci e sode è, agli occhi dell’Inquisitore Generale un supplizio più doloroso delle pene che, col ferro rovente, le infligge, per strapparle la tanto agognata confessione.
Ma c’è chi potrebbe trarre vantaggio da questa situazione, soprattutto se l’Inquisitore dovesse macchiarsi di omicidio. Intanto padre Rolando, che non può in coscienza lasciare morire Mariangela Comencini, decide di agire, inconsapevole pedina che si tra le ombre dei rapporti tra Chiesa e braccio secolare, nelle quali si cela l’intrigo.

Può un libro decidere delle sorti di più persone? Se è proibito e se siamo nel 1549, certo che sì! Mariangela Comencini, sa dov’è il libro, ma lo protegge poiché finché esisterà il libro lei sarà salva! Guaraldo Giussani, è determinato a ritrovarlo e a distruggerlo perché ne va della sua carica di Inquisitore Generale: lui sa che la donna conosce il segreto legato al libro e le dà la caccia in qualità di strega per poter bruciare sia lei che il libro e tirarsi fuori con le mani pulite.

Girano intorno ai due personaggi principali, quelli di padre Rolando determinato a seguire le regole nella giusta maniera e ignaro dell’intrigo, a ben più alti livelli, che riguarda i rapporti tra il Braccio Secolare e la Chiesa; quello del carceriere deforme dentro e fuori…; quello dell’abate Francesco che sembra conoscere tutti i complotti, ma preferisce farsi da parte e stare a guardare poiché sa che per i disegni delle sfere più alte è necessario sacrificare qualcuno di meno importante a prescindere dalla sua innocenza o colpevolezza…

Sono tutti personaggi ben tratteggiati nelle loro caratteristiche morali e fisiche senza alcuna sbavatura.

Sono presenti giochi di potere e meschinità, lordure morali oltre che fisiche di un periodo storico oscuro per antonomasia e che seguiva una sorta di isteria di massa.

A mio parere, è rimasto il desiderio di leggere la medesima storia in forma di “romanzo” e non di “racconto lungo”, una sorta di “languorino di qualcosa di veramente bello che è finito veramente subito”…

Ottimo.









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