Titolo: Rebirth
Autore: Chiara Cipolla
Serie: Johns Hopkins Medical Series
Genere: Medical romance
Editore: Self Publishing
Data di uscita: 25 marzo
Prezzo ebook: 2.99€
In lui vivono due anime: una selvaggia che anela la libertà, gli spazi aperti, le corse sulla sua Harley-Davidson; ed una più posata, quella appunto di medico che non si limita al lavoro in corsia ma va sempre oltre per salvare i bambini che incontra.
Un'anima non accetta l'altra e la convivenza non è sempre facile, anzi lo porta ad eccessi di ira, se non ad isolarsi dal resto del mondo.
Solo una persona riesce a placare il suo tormento: una giovane e sensuale maestra di origini irlandesi, una rossa forte e tenace dal cuore grande.
Riuscirà un folletto dei boschi ad addomesticare un orso? L'anima bianca e quella nera potranno mai fare pace e convivere nel cuore di Noah, oppure una delle due prenderà il sopravvento? Ci sarà mai una rinascita anche per Noah?
Primo romanzo autoconclusivo della JOHNS HOPKINS MEDICAL SERIES
Faccio una piccola premessa, necessaria per farvi capire quanto c’è in questo romance oltre a una bellissima storia d’amore. Sono cresciuta a pane e Harmony Bianca (non so nemmeno se esista più questa collana di libri), un adolescente in piena crisi ormonale che sognava un bel dottore in camice bianco e nella sua fantasia ne costruiva una gran bella storia d’amore. La vita mi ha portato poi, per quasi 10 anni, a vivere in quell’ ambiente in cui la prima parte del titolo acquista un significato particolare Rebirth >>>Rinascita (e non solo per qualcosa che riguarda i protagonisti). Li fra quei muri asettici la vita si scontra con la morte di continuo, si assiste a pianti di gioia e di dolore, a sorrisi, a lacrime. Li, dove i camici bianchi assumono molte volte le sembianze di angeli con grandi ali, le uniche cose a governare sovrane sono la speranza e la disperazione.
Ho fatto questa premessa perché credetemi ne ho letti di romanzi d’amore a sfondo medico e, purtroppo avendo fatto parte di questo mondo, inevitabilmente la critica è arrivata perché mi sono trovata molte volte davanti a termini medici usati non solo male ma anche messi in contesti in cui non ci azzeccavano nulla. In Rebirth, questo non è accaduto e qui è d’obbligo fare i complimenti a Chiara, che non solo ha utilizzato una terminologia medico-scientifica di un certo livello, ma nei vari capitoli ha dimostrato come ha messo anche lo studio oltre all’anima in quello che ha scritto, ma andiamo avanti.
Il nostro romance si apre con un incontro casuale fra i due protagonisti (non vi dico come e quando perché non è corretto fare spoiler), al fine del quale l’uno non riesce a togliersi dalla mente l’altra.
Il nostro gran bel pezzo di pediatra, Noah Sandler, è un supereroe per i suoi piccoli pazienti e per quei genitori che si aggrappano a lui come se fosse l’ultima speranza, ma il caro dottor S (e qui aggiungerei una parolaccia ma no se puede) è un gran sciupafemmine che si è fatto una bella nomea fra le infermiere che popolano le corsie dell’ospedale. Bè in effetti, anche io correrei in pronto soccorso per un piccolo brufolo solo per sbavare dietro a un gigante ricoperto di tatuaggi e bello come un Dio…peccato che lui abbia il carattere di un orso, con problemi a gestire la rabbia e che ami la sua Harley- Davidson più di qualsiasi donna. Con la sua baby (parlo della moto eh) lo spirito libero che alberga in lui torna prepotente. Noah, ama immergersi nella natura a cavallo della sua moto di 1745 cc (lo ammetto sono una patita delle due ruote soprattutto di questi giganti corazzati), lì, libero da maschere e costrizioni, ritrova sé stesso soprattutto dopo un turno in ospedale che gli ricorda come la vita alle volte sia proprio uno schifo, specie quando ci sono di mezzo dei bambini. E qui un'altra nota di merito a Chiara, che ha descritto i paesaggi che sfrecciavano davanti agli occhi del nostro protagonista, rendendoli talmente vividi da sembrare reali. Le giornate del nostro Noah continuano con turni in ospedale, incontri occasionali e un migliore amico Bradley (altro gran bel figliolo, in questo ospedale non sai dove guardarti prima eh) che è anche la voce della sua coscienza. Fino a che è proprio un piccolo paziente che gli riporta la rossa che non riesce a dimenticare dal loro primo incontro. In questa occasione però Noah da il meglio di sé, e l’orso grizzly che è in lui prende il sopravvento, scaraventando parole pesanti e rabbia su quella ragazza minuta che gli ricorda tanto una fata dei boschi. Maud Brigida Anderson, che porta due nomi importanti e belli come i cieli d’Irlanda da cui la sua famiglia ha origine. Una maestra che ha il fuoco dentro oltre che sui capelli, con due occhi che ricordano il verde dei boschi. Lei, che a dispetto della cattiva opinione che Noah si è fatto, ribalta la situazione dimostrandosi coraggiosa oltre che bella. Al nostro pediatra non resta che abbassare la testa e chiedere scusa e perdersi sulle labbra di lei che lo rassicura, ma lo spaventa… Ed è cosi che dopo un primo strano appuntamento, Noah pensa bene di darsela a gambe levate da quel piccolo folletto irlandese, che gli è entrato sottopelle oltre che nel cuore. La lontananza, tuttavia, dura poco e Noah torna sui suoi passi per poi perdersi di nuovo. Non anticipo altro, non mi piace sminuire il lavoro di un’autrice, ma piuttosto ritengo corretto lasciare voi, care lettrici, con la curiosità di leggere un libro che non si limita solo a un bel pediatra e una splendida maestra.
Questa è una storia d’amore a tratti risucchiata da quei tormenti e da quelle due anime che albergano nel corpo del nostro Noah, esattamente come le due ali (una bianca e una nera) che ha tatuato sulla sua pelle. Questo è un romanzo che esalta valori come la famiglia (con un fratello minore come Connor che fa da confessore alla sua sorellona), come l’amicizia, quella che lega Noah a Bradley (personaggio che credo avremmo modo di conoscere in futuro) e a il suo coach Tony, maestro di vita, ma soprattutto questo è un romanzo che mette in rilievo come sotto un camice bianco si nasconda un uomo che nonostante cerchi di mostrarsi sorridente dentro muore ogni qual volta un suo piccolo paziente affronta un dolore che sia fisico o mentale. Un romanzo con un finale che mi ha lasciata spiazzata e un inizio epilogo che per poco non mi ha provocato una sincope.
Che dire va letto anime belle, ma non vi fermate solo all’amore dei due protagonisti, andate oltre guardate cosa c’è dietro quegli uomini e donne che popolano le corsie degli ospedali e che lasciano i loro problemi fuori per occuparsi di salvare vite.
Complimenti Chiara e grazie per avermi fatto fare un salto nel passato.
5 meritatissime piume in attesa del secondo volume della serie Johns Hopkins Medical, che sicuramente non deluderà le aspettative.
A presto
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