Un rapporto difficile con la madre unito al periodo adolescenziale può risultare esplosivo. È quanto succede alla protagonista, Margherita, affettuosamente chiamata Titta, nel romanzo 200 ore. La sua vita è da sempre stata organizzata, manipolata e regolata dalla madre maniaca del controllo che sembra riversare le sue ansie e frustrazioni proprio all’interno della vita familiare. Se fino ad ora Titta ha accettato tutto piegandosi, all’improvviso decide che non ne ha più voglia e “disubbidisce”. L’occasione le viene offerta dal progetto scolastico delle duecento ore formative da fare secondo la propria inclinazione verso il futuro lavorativo. Tutti si aspettano che Titta, ubbidiente al volere della madre, scelga di svolgerle in medicina, invece lei sceglie il corso di marketing, generando sorpresa e ira nella genitrice che si sente sfuggire il controllo dalle mani sempre di più, man mano che si accorge che la figlia riesce (e anche bene) in un campo a lei sconosciuto. Ma grazie a quella disubbidienza Titta imparerà a conoscere se stessa e cosa vuole davvero dalla vita e, soprattutto a liberarsi dalla sensazione di soffocamento che le generano le aspettative della madre.
In una narrazione scorrevole si muovono personaggi densi: Titta con la sua giovane età in lotta per se stessa perché pian piano acquista la consapevole che nessuno deve decidere del suo futuro al di là di lei; la madre rigida al punto da essere soprannominata “generale” da Tommaso, l’altro figlio, che sa ormai vivere tutto con leggerezza perché ha oltrepassato la soglia degli anni burrascosi e adesso è più sereno e consapevole, e per questo riesce ad essere un valido appoggio per la sorella nei momenti difficili con la madre; poi c’è Francesco il ragazzo per cui batte il cuore di Titta ed emblema dell’adolescente che, pur essendo un bravo ragazzo, spesso a volte rischia di mettersi nei guai per cattive scelte o compagnie… fortunatamente l’autrice ha un occhio d’insieme ottimista, e così, nonostante le difficoltà che la vita implica a qualsiasi età, tutto andrà al suo posto e lascerà nel cuore di chi legge una sensazione di “buono”.
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