26 febbraio 2025

RECENSIONE - La notte della Strige - di Giovanni Ascolani




Horror - racconto lungo (49 pagine) 

Svegliarsi nel cuore della notte. Il corpo paralizzato, un'ombra nella stanza: inquietante allucinazione o terribile realtà?


Un uomo, vittima di paralisi notturne, riprende conoscenza in un pronto soccorso. Non ricorda nulla di ciò che è successo quella notte. È ossessionato dall’immagine di una donna dagli occhi dorati. Non sa chi sia, né se appartenga alla realtà onirica. È l’inizio di un incubo senza fine…


Il terrore di risvegliarsi al pronto soccorso immobilizzato, la consapevolezza di perdere le forze, di non riuscire ad affrontare le incombenze quotidiane.

Protagonisti di questo romanzo breve sono un uomo e una donna, entrambi dai ricordi confusi di orrende visioni sospese fra sogno e realtà.


Il racconto a due voci è un fiume di parole, di pensieri, di dubbi, in un crescendo di paura.
Chi è quella donna con la veste candida e la pelle diafana?
Cosa sono quei due fori sul collo?

Quei ricordi assurdi e terrificanti di un becco lungo, dorato, che strazia le carni, sono reali o è tutto un sogno?

L’incubo non ha fine: il corpo umano non sopravvive al tempo, invecchia, muore e si decompone invece il male sopravvive, si nutre di carne e sangue e si rigenera, sempiterno nei secoli.

Il ritmo serrato della narrazione mi ha letteralmente fatto divorare questo racconto e sono rimasta affascinata dal personaggio principale, quella donna-uccello-vampiro che affonda le radici nella più antica credenza popolare.

La Strige era un uccello notturno che urlava nel buio, portando morte e cattivi auspici: è stato narrato da greci e latini, lo troviamo nelle leggende slave e nella letteratura classica.

Nei secoli, il mito ha subito molte evoluzioni ed è stato associato a una donna, una strega: una veste che assume un’accezione sensuale, erotica – che troviamo anche in questo racconto.








 

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