È bello ritrovare un’autrice, di cui hai letto quasi tutto, e notare come sia cambiata – in bene – nel corso degli anni.
La Hopeful mi ha conquistata con questa lettura.
Dallo stile narrativo, ai dialoghi, alla trama priva di qualsiasi buco, l’autrice ci porta nel mondo di Alan e Zelda.
Due personaggi agli antipodi, che fanno scintille quando sono vicini.
La lingua affilata di lei, la calma di lui che va a farsi benedire davanti a una donna che non vuole legami, ma che non riesce a ignorare il richiamo di chi la guarda con gli occhi dell’amore.
Se ne accorgono tutti, eccetto loro; loro che sono fuoco, passione e sentimento e lo vivi, perché le sequenze narrative sono state così vivide che più volte mi è sembrato di essere sulla scena.
Non nego la mia preferenza spudorata per Alan, un uomo tradito dall’amore, ma che non rifiuta ciò che lo prova verso Zelda.
Il suo romanticismo, la capacità di ammettere quegli errori che cozzano quasi con il suo ego.
Eppure lui cede, perché il cuore ha sempre la meglio sulla ragione perché, quando ci si abbandona ai sentimenti, ci si sente più liberi, esattamente come si fa quando si sale su un altalena.
I piedi per aria, la testa priva di pensieri e il sorriso sulle labbra.
È stato come riscoprire la Hopeful con questo libro; una scrittura che diventa di “pancia” e che ti fa vivere le stesse emozioni, fra cui la commozione, che probabilmente provava, in quel momento, l’autrice.
A presto
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