27 febbraio 2025

RECENSIONE - SALMO XXIV - di Lucia Serracca




Venezia, 2017. In programma tra i concerti del Carnevale c’è il “Salmo XXIV”, opera sconosciuta del Maestro Antelami ritrovata a Oxford. Ma chi è Antelami, accusato di stregoneria dall’Inquisizione e fuggito a Londra nel 1667? In una inesauribile serie di colpi di scena il critico musicale Stefano Montani e la restauratrice Chiara Sabelli scopriranno un’incredibile, sconcertante verità.
di Lucia Serracca

Venezia, 1667. Il musicista Vincenzo Sebastiano Antelami, accusato di stregoneria dall’Inquisizione, fugge a Londra con la giovane amante, Francesca.
Venezia, 2017. Stefano Montani, scrittore e critico musicale, giunge nella città lagunare per i concerti del Carnevale. In programma, l’esecuzione del “Salmo XXIV”, opera sconosciuta di Antelami ritrovata a Oxford.
È solo una coincidenza la contemporanea scoperta di un ritratto del musicista, su cui sembra dipinto un messaggio arcano? Insieme alla restauratrice Chiara Sabelli, Montani viene coinvolto nella ricerca di un “terribile lascito”, nascosto in uno spartito perduto. Svela così l’esistenza di risorti Ordini esoterici a caccia di un misterioso segreto. Mentre una enigmatica donna dai capelli rossi sembra indicargli segni lasciati attraverso il tempo, in un susseguirsi di strani avvenimenti, personaggi ambigui e morti per cause apparentemente naturali, scopre ciò che accadde a Londra tra il 1667 e il 1668. E un’incredibile, sconcertante verità.

 Lo scrittore e critico d’arte Stefano Montani arriva a Venezia in occasione dell’esecuzione di un testo musicale inedito del 1600 e da poco ritrovato, il Salmo XXIV del musicista Vincenzo Antelami. Quest’ultimo, nonostante sia poco conosciuto come compositore, desta interesse in quanto pare che nel testo ritrovato sia nascosto un “terribile lascito”. Montani è invitato a curare la biografia di questo artista di cui si sa veramente poco a parte che fu un alchimista (uno stregone!) inseguito dalla Santa Inquisizione e si possiedono nient’altro che alcune composizioni, un ritratto in pessime condizioni e il ritrovato Salmo XXIV che stuzzica diversi uomini facoltosi. Lo affianca, l’altra protagonista, Chiara Sabelli, esperta restauratrice che ha il compito di riportare alla luce il ritratto del compositore per conoscere finalmente il suo viso e poter leggervi un enigmatico messaggio.

La vicenda, misteriosa e articolata (dopo un’introduzione e una conclusione ambientate nel ‘600 che ci fanno conoscere da vicino le vicissitudini del musicista e della sua amata nel momento più drammatico della storia), si svolge fra le calli e i canali della Venezia del 2017 che di notte, soprattutto, si mostrano fumosi e indecifrabili quanto nel 1600.

I personaggi hanno una concretezza tangibile: con rapide, sapienti descrizioni l’autrice riesce a metterceli di fronte quasi in carne ed ossa, senza mai abbandonare il flusso della narrazione; li ho apprezzati tutti, buoni e cattivi, proprio perché “veri”. La carica descrittiva dell’autrice mi ha molto colpito, così come la sua capacità di solleticare la curiosità sui misteri inerenti alla vita del compositore Antelami.

La narrazione è elegante, forbita (in linea con l’argomento e i personaggi di alta cultura) e i temi e tempi storici sono trattati in modo rigoroso e denotano la meticolosità dell’autrice nell’essersi documentata su di essi.

Ottimo.






 

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