28 settembre 2023

Recensione:- Amequohi- di Alessandra Maria Starace




TITOLO: Amequohi
GENERE: romanzo storico
AUTORE Alessandra Maria Starace
PAGINE:305
EDITORE: Liberty Bell
AUTOCONCLUSIVO
1842, Savannah, Georgia. Amequohi è una bambina cherokee, ma del suo popolo conosce solo ciò che suo padre Unole le ha insegnato.
Un giorno, alcuni uomini arrivati da oltre l’oceano la strappano alla vita sicura e nascosta che aveva vissuto sino ad allora. Separata da Unole e portata di forza in Inghilterra, viene affidata a un uomo, Arthur, un nobile armatore in bilico tra i segni del passato e un segreto che non può confessare.
Crescendo, Amequohi decide di restare fedele alle proprie origini: vive con l’orecchio proteso al ricordo del battito del cuore del padre, di cui ha perso le tracce, ed è turbata dai nuovi sentimenti che sente germogliare in sé. Ma la vita continua a scorrere e a porre sfide, come la musica che lei tanto ama e che la accompagna ovunque, perché alla fine la distanza tra due mondi non è nulla di più di un oceano.

Nuova recensione, si torna allo storico e precisamente nel periodo che va dal 1830 al 1850.

Un viaggio dagli Usa all’Inghilterra. Un’epoca nota sui libri di storia perché occupata dal genocidio dei nativi d’America. Popolo affascinante da sempre legato alle tradizioni e al rispetto della natura.

Amequohi è una giovane cherokee rapita dal suo mondo e dalla sua cultura da Arthur Spencer.

Duca e armatore inglese ha sul volto i segni di quella violenza che porta un uomo a scontrarsi con un altro, solo per primeggiare, per imporsi distruggendo tutto e tutti. Artefici di questo marchio sono gli stessi pellerossa di cui Amequohi fa parte.

La differenza di età fra i due è solo uno dei tanti tasselli di una storia che si sviluppa nel tempo. Due mondi, due culture contrapposte, un amore che sembra non trovare un lieto fine proprio per quelle divergenze nate da realtà così distanti. Il romanzo è scritto con un linguaggio fluido, con una trama articolata che incastra i vari pezzi del puzzle alla perfezione. La scrittura così piena di particolari ti trascina lì nelle pagine con i due protagonisti, in quel mondo che bada più all’apparenza che all’essenza sulle note di quelle melodie che uniscono un uomo e una donna così lontani ma vicini al contempo. Una favola alla stregua della bella e la bestia, con un uomo arrabbiato e una donna che mai piegherà la testa. La cosa che più mi ha colpito è stato assistere alla crescita di quella bambina che diventa una bellezza ambita da molti. È stato vedere l’animo della bestia incrinarsi e colmare quelle cicatrici abbeverandosi della luce Quohi.  L’autrice ha un’eleganza nella scrittura non indifferente, mai volgare anche nelle scene più spinte dove si avverte la delicatezza che non è da tutti, non è scontato. Fino al gran finale, che lascia le porte a aperte a quello che potrebbe essere il secondo volume. I complimenti vanno a Alessandra Maria Starace alla sua scrittura e a quel modo di trascinarti lì dove il colore della pelle o una cicatrice sul volto potevano diventare fonte di pregiudizio o di repulsione. Si deve andare sempre lontano da ciò che gli occhi vedono, non basarsi su un difetto fisico che forse nasconde un’altra cicatrice quella del cuore che può essere curato solo con l’amore.

A presto 






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