E torniamo al 1814 all’epoca Regency fatta di balli, feste e amori che non
sempre erano dettati da quel sentimento che faceva battere il cuore. E fra la
musica, i vestiti in taffetà e le varie tresche amorose conosciamo due
personaggi che sono tutto un programma
Loro si odiano da
quando erano bambini. L’uno è l’incubo dell’altra e non si vedono, da ben dieci
anni…Devon e Catherine si portano dietro un mondo che dovete solo scoprire. L’inizio
può apparire lento, ma, credetemi, diventa un crescendo che ti porta a divorare
le pagine una dopo l’atra. E ridi con loro in quella prigione fatta di mattoni,
perché quando il destino ci mette lo zampino non c’è santo che tenga. Allora
quegli spazi, che all’apparenza appaiono enormi, si riducono a uno studio dove
fra una partita di scacchi, un puzzle che porta un ricordo dolce e litigate, il
bacio diventa la ciliegina sulla torta a quelle schermaglie che nascondo amore
dietro un apparente odio.
È stata fantastica l’autrice,
che non conoscevo e di cui spero di leggere presto altro. Andando magari a
recuperare il capitolo precedente di questa famiglia, i cui componenti non se
le mandano a dire. Le cui dame hanno quella grinta e quella passione che all’epoca
potevano creare scandalo. Ho amato letteralmente Catherine, bella, indomita con
quel francese che dona un tocco di classe anche a una imprecazione, per non
parlare di quei personaggi cui si è letto nel primo volume. Elizabeth è un vulcano.
Un linguaggio fluido quello
della autrice, mai volgare nemmeno nelle scene spicy. E le cinque stelle sono
stra meritate per il secondo volume della famiglia Beckett, in attesa del
prossimo che chissà quale altre sorprese ci riserverà.
A presto
Nessun commento:
Posta un commento