Buccinasco, anni Novanta. Tre bambini coltivano la loro amicizia tra partitelle di pallone, gare con le macchinine e pomeriggi passati a giocare ai videogame. Un legame in apparenza indissolubile, fino a quando tra le maglie dello stesso non si insinua un mostro, che non è una creatura fantastica ma comunque qualcosa di poco tangibile e di ardua comprensione. Specialmente se lo si prova a guardare con gli occhi di un ragazzino. Sono stati gli adulti a dargli un nome. Una parola strana, difficile da scrivere e da pronunciare, con la quale i protagonisti di questa storia si troveranno, loro malgrado, a doverci fare i conti. Un nome tremendo: ’ndrangheta.
Ci sono cittadine dell’hinterland milanese nelle quali la vita quotidiana scorre serena.
Sono piccoli centri dotati di tutto, scuole, negozi, farmacie, banche: ogni cosa è comoda e accessibile.
La gente si sente sicura, i bambini sono liberi di giocare nelle piazze e nei cortili, i genitori sono tranquilli, si sentono protetti.
Spesso quella protezione ha un nome che non si pronuncia mai, circolano voci, chiacchiere e sottintesi per la presenza di una o più famiglie “di giù”, ma nessuno parla apertamente.
I bambini crescono assieme, ignari delle voci e, soprattutto, nella certezza di condividere le stesse cose, la scuola, i giochi, la famiglia, oltre i sogni per quell’alone di mistero che circonda il loro futuro.
Invece per qualcuno non è così: arriva l’età della maturità ed esplode forte l’appartenenza alla famiglia d’origine nel rispetto di un legame di sangue che non può essere spezzato. E tutto cambia.
Il destino presenterà il conto a Luca, Michi e Tommy, tre amici cresciuti assieme, ma divisi dal corso della vita, un prezzo altissimo che non fa sconti a nessuno.
La prima riflessione che ho fatto dopo aver letto questo libro mi ha portata a chiedermi se sia più forte il retaggio atavico del patrimonio familiare rispetto all’ambiente nel quale siamo stati cresciuti ed educati.
Se è così, allora quale può essere il ruolo della scuola, delle istituzioni per combattere le infiltrazioni mafiose se il destino dei giovani è già segnato?
E’ questa una lettura che colpisce e lascia il segno per la descrizione fredda di una realtà più vicina a noi di quanto crediamo, per il codice d’onore delle cosche che comprende iniziazioni e prove di coraggio, per un mondo criminale che non lascia scampo.
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