Paola è una donna segnata dalla vita nell’anima e nel corpo. Nell’anima porta i segni del lutto, della perdita del marito e del figlio, in seguito a un incidente stradale; nel corpo le cicatrici indelebili di quel maledetto schianto che l’hanno resa schiva agli sguardi della gente. Paola non ha più niente, non osa volere più niente. L’unica cosa che continua a tenerla in vita è il suo piccolo Bistrot nel centro di Perugia. Soltanto quando se ne sta nel suo laboratorio, con le mani in pasta, riesce a sentire un qualche sollievo ai tormenti che la affliggono. Federico è un giovane uomo che apparentemente ha tutto. È bello, ricco, tuttavia nel profondo nasconde un dolore che niente e nessuno è mai riuscito a placare: nemmeno gli psicofarmaci di cui ha abusato per anni. Federico pensa di essere il responsabile della morte della sorella, avvenuta tredici anni prima durante una gita in barca ed è un senso di colpa che non lo lascia mai. Paola e Federico si incontrano durante un ricevimento. Il loro sembra un incontro casuale, ma in realtà non è così: lui sa di trovarla a quell’evento, che lo ha organizzato lei e si sforza di andarci solo per vederla. Federico conosce Paola dalla notte del suo incidente, le è stata silenziosamente accanto durante la sua convalescenza e la determinazione con cui l’ha vista reagire lo hanno spinto ad aprire gli occhi: a dire basta a una vita di eccessi che rischiava di ucciderlo. È grazie al suo esempio che ha deciso di entrare in una clinica per disintossicarsi, anche se lei non lo sa. Paola non sa di aver rappresentato per il giovane un’ancora di salvezza nel percorso lungo e tortuoso di affrancamento dai medicinali, di avergli dato il coraggio di non mollare nei due anni che è durato. E alla fine, quando torna guarito a Perugia, decide finalmente di incontrala faccia a faccia. Solo una volta, promette al suo amico Carlo che conosce l’intera vicenda. Ma gli bastano poche parole scambiate sotto un cielo di metà gennaio, stranamente ricolmo di stelle, per capire che non sarà una volta sola e mai più. Il bisogno di starle accanto si rivelerà più forte della ragione. Giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, farà sentire a Federico la necessità di dare un senso e un nome a ciò che lo lega a lei da quella famosa notte di cinque anni fa: che lo ha spinto a cambiare i suoi piani per lei.
Nota dell’autrice: Ho cambiato i piani per te è nato nella primavera del 2020 mentre nel mondo imperversava la pandemia. La scrittura mi ha dato la possibilità di sopravvivere a quello che mi succedeva intorno, di alzarmi con uno scopo: dare forma e consistenza ai miei personaggi. L’idea è nata in uno dei tanti infiniti pomeriggi di quarantena, quando su Youtube, ho trovato la canzone di Paola Turci Offline e le parole del testo, la musica, il video in cui la cantante interagisce con un bellissimo attore italiano, loro due insieme, mi hanno restituito positività: la voglia di impegnare il tempo in qualcosa di produttivo. L’alchimia che i miei occhi hanno visto in quelle immagini, quando lui entra in una stanza di un palazzo antico, lei lo abbraccia da dietro, ha acceso la mia ispirazione: “Offline è un momento di riflessione che fa un uomo su se stesso. Su quello che è diventato, su quello che ha perso e che vorrebbe ritrovare», Ha detto la Turci in un'intervista spiegando il senso della sua opera e Offline a me ha ispirato esattamente questo.
"Ho
cambiato i piani per te" è la storia di
Federico e Paola. Paola, pasticcera di un bistrot, ha alle spalle una
vita dolorosa come le cicatrici che le attraversano tutto ilo corpo e
che l’hanno defraudata della sua bellezza in seguito a un incidente
in cui hanno perso la vita suo marito e il figlio che lei portava in
grembo; Federico è un giovane uomo affermato nell’azienda di
famiglia, ma è infelice: in seguito alla morte della sorella, di cui
si sente responsabile, soffre d’ansia e depressione. Sono due anime
mutilate fisicamente e nel cuore, entrambi con il senso di colpa per
la morte di persone a loro care.
Federico e
Paola s’incontrano, apparentemente per caso, e le loro anime si
riconoscono subito affini. Cadono i tentennamenti per i sensi di
colpa e le ritrosie per la bellezza perduta e finalmente Paola é
certa che “al riparo del loro amore possono
superare anche le peggiori tempeste”. E di
tempeste ne arrivano nella loro lunga e tormentata storia d’amore!
Verità svelate che fanno male, scelte sbagliate, persone invidiose,
tempistiche sfalsate condiscono il romanzo di continui imprevisti che
remano contro ai due protagonisti. L’idea di una vita perfetta
insieme sembra remota: “la perfezione non
esiste. Ѐ un’utopia, una balla colossale (…)”.
Tutto sembra rispondere “no” alla domanda di Federico: “chissà
se poi esiste davvero un cuore capace di resistere al tempo, alle
complicazioni, alle paure, alla stanchezza, alle cose non dette: un
amore che non si arrende anche quando ha proprio tutto contro”.
Ma la vita, oltre agli imprevisti negativi, sa stupirci anche con
miracoli sorprendenti, capaci (qui mi permetto di rubare
un’espressione che mi è molto piaciuta dell’autrice) di
“cambiare per sempre l’intera geografia
del cuore”.
Devo essere
sincera: ho trovato il romanzo “lungo” (quasi 900 pagine), ma mi
rendo conto che svolgendosi la vicenda in diversi anni in cui ne
succedono davvero tante, non avrebbe potuto essere diversamente.
Apprezzabile il contenuto della storia, ma peccato la presenza di
errori grammaticali.
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