09 aprile 2025

RECENSIONE - Salva in mezzo agli altri - di Graziana Morcaldi

 



Salva Mateus ha ventinove anni ed è una scrittrice fantasma. Il suo lavoro le permette di spostarsi di costa in costa, seguendo suo marito Marco, carpentiere navale in cerca della grande occasione.

Ma, alla vigilia dei tre anni, il figlio Milo comincia a spegnersi. Assenze improvvise, sguardi che si svuotano, crisi inspiegabili. Epilessia, dicono i medici. Forse autismo. O forse qualcosa di più. Le ipotesi cambiano, le risposte non arrivano.

Inizia l’attesa. Mentre la situazione di Milo graffia con paure sempre nuove, Salva impara a convivere con il dolore in mezzo agli altri, troppo distratti per capire il suo dramma. L’amica si dispera per una gravidanza inattesa, la cognata non riesce a lasciare il marito, la sua cliente —un’italiana espatriata in Cina— vive negando la realtà, certa di non aver mai davvero scelto. Salva ascolta, annuisce, scrive. 

Ma cosa succede quando la storia che racconti ti costringe a fare i conti con la tua?

Cosa resta di noi quando tutto quello in cui credevamo si sgretola? Come si sopravvive all’attesa?
Perché se c’è una sola certezza nel caos che la travolge, è che niente, dopo quanto accaduto, sarà più come prima.

 Salva è una ghost-writer, trasforma in parole la vita degli altri, mette su carta emozioni e sentimenti non suoi.

Non si è mai domandata perché non scrive di sé, preferendo esprimersi attraverso le esperienze altrui.

Improvvisamente, la vita la sottopone alla prova più terribile e devastante per una madre.

La malattia del figlio di tre anni, Milo, è una tempesta emotiva e fisica, una furia che la spezza dentro, che la spoglia fino a svelare la sua essenza più intima, più profonda.

Resta nuda di fronte alle avversità, affiorano tutte le sue debolezze e le sue vulnerabilità, si piega ma non si rompe e, nella disperazione, trova la forza di andare avanti, di affrontare il destino che la vita le ha assegnato.

Il percorso di rinascita introspettiva che dà risposta a quella domanda inespressa passa attraverso i racconti di Anita, una donna matura che le ha commissionato la stesura di un libro, confessando la storia d’amore proibita e clandestina con Gregory.

Salva e Anita, come in un gioco di specchi, scoprono innanzitutto quanto le reciproche solitudini le avessero rese cieche.

La solitudine è una spirale infame, ci si sente soli e ci si isola sempre più, finché le nostre paure ci avvolgono completamente, come una ragnatela.

Accettarsi e condividere, confidarsi e farsi aiutare, quanto è importante, si impara a guardare le cose da un’altra prospettiva e fa capire che, forse, non siamo poi così sbagliati, anzi, le nostre debolezze possono divenire punti di forza.

La storia di Salva insegna che la nostra storia la dobbiamo raccontare noi, esprimendo liberamente le nostre emozioni, senza nasconderci.









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