Rachel Grant, brillante medico del pronto soccorso, riceve in eredità dall’amata zia deceduta, Casa Glicine, luogo a lei caro a cui è legata la sua infanzia. È proprio mentre si gode il meritato riposo a casa Glicine che si trova, suo malgrado, a conoscere una donna che si svelerà essere un’importante esponente dell’industria aerospaziale e che fa in tempo a consegnarle una parola “Latibe” prima di spirare in seguito a un dubbio incidente. Rachel da adesso è in pericolo e proprio per questo viene raggiunta dal suo ex fidanzato, Ettore Russo che, per proteggerla, la porta con sé nel luogo che lui ritiene sicuro: la sua dimora in Puglia.
La parte legata al thriller è interessante in quanto attuale con la sua attenzione alle “terre rare”, metalli intorno a cui “forti interessi si muovono” perché “appaiono fondamentali per lo sviluppo dell’economia sia presente che futura”: è la parte fondamentale del romanzo a cui l’autrice lega la storia d’amore di Rachel e Ettore. Quest’ultimo è ancora profondamente innamorato di Rachel: ospitandola a casa sua spera che con quella convivenza forzata, lei possa innamorarsi di nuovo di lui. Eppure nell’accurata scelta delle parole mantiene le distanze dando a vedere di rispettare il volere di lei. Rachel, d’altro canto, si accorge che questo “tenerla lontana” la infastidisce e la lascia disorientata. Devo dire molto delicata e protettiva la figura di Ettore: mi è piaciuta.
Nel libro è evidente, nella meta che sceglie Ettore per proteggere la sua Rachel, il suo attaccamento alle sue origini, alla sua terra, la Puglia e ciò palesa lo stesso amore dell’autrice per la sua terra; ciò è apprezzabile però a volte ho avuto l’impressione che questo trasporto ha come rallentato la parte del thriller che si basa, comunque, già di suo su blande scene adrenaliniche.
Nel complesso, pur apprezzando il libro e la sua originalità, ho avuto l’impressione che in alcune sue parti risulti poco coeso.
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