Dovrà stanare l’ennesimo assassino e porre fine alla scia di sangue che sta dilagando per le strade della grande metropoli coreana.
Ma cosa accadrà quando la sua strada si incrocerà con quella delle creature più potenti e seducenti della città?
“…A
volte la visione delle cose dipende davvero dal punto di vista con cui le si
guarda”.
La
inizio con una breve citazione questa recensione, una citazione pregna di
significato che da solo un accenno a quello che si può trovare nel romanzo.
Sono
amante del genere e , molte volte, la mia mente contorta ha elaborato la
teoria: e se chi mi circonda altro non fosse che un essere leggendario che si mimetizza
con noi umani?
Ora
immaginate la trasposizione di questa mia visione in un romanzo ambientato a
Seoul.
Li
fra i “mostri” troviamo la cacciatrice, la strega, colei dotata di poteri talenti
forti da guardare oltre al corpo fisico, una curatrice, che lenisce le ferite.
Abigail
e il suo ruolo come membro delle forze dell’ordine.
Lei
uno stregone e una corte eterogena fatta di vampiri, mannari e demoni.
La
cultura coreana è rilevante e già questo è un punto a favore perché ci sono
pochi urban ambientati i quei posti.
I
primi complimenti vanno per questo all’autrice, non è semplice inserire in un
romanzo tante figure legate al mito e in quel contesto.
Abigail
cammina fra loro, si interfaccia con ogni razza presente ergendosi tante volte
ad ago della bilancia nella disputa millenaria fra esse.
L’autrice
non si limita alla cultura occidentale, ma si allarga a quella orientale.
Non
manca l’aspetto romance che vede la protagonista al centro di una disputa di due
pretendenti ecco, molto focosi.
L’unica
nota dolente…i dialoghi oltre al fatto che si la protagonista è al centro di
ogni cosa e situazione.
Si
sarebbe potuta spostare l’attenzione su altre “coppie”.
Gli
spunti c’erano tutti, ma sono punti di vista.
In
merito ai dialoghi (come detto sopra) erano molte volte troppi e troppo lunghi,
le battute andrebbero intervallate dal non parlato, dalla descrizione o gesti
che accompagnano le parole, perché si rischia che spezzino il flusso narrativo.
Il colpo di genio: il cliffhanger.
Il finale aperto che ti porta a chiederti e
ora?
Oltre
a farti imprecare.
Ho
l’abitudine di trovare una morale, un significato in ciò che leggo e questo
riconduce alla citazione di sopra.
Ognuno
ha il suo posto nel mondo, a noi può sembrare sbagliato ma c’è, ha un
significato e nell’eterogeneità delle varie razze si può trovare un punto in
comune che porta il singolo a includersi in un gruppo. E non è detto che con
quelle persone abbia punti in comune, eppure si diventa amici e compagni.
Tutto
dipenda da come si vedono, cose e persone, tutto riconduce lì: non fermarsi all’apparenza
ma andare sempre all’essenza di ciò che gli occhi guardano
Complimenti
all’autrice per questa bella avventura che mi ha regalato, aspetto con ansia di
leggere il secondo volume.
A
presto
Nessun commento:
Posta un commento