Autore: Giada Bertone
Genere: Contemporary Romance
Trope: Halloween romance, Autumn vibes, Forced proximity, Second chance
Serie: My Sweet Nightmare
Pagine: 150 circa (novella)
AUTOCONCLUSIVO
Disponibile su Amazon in formato digitale, compreso con abbonamento a Kindle Unlimited e cartaceo (con illustrazioni)
Premessa
doverosa: ho letto la Bertone in diverse sfumature.
Il
suo romanzo sugli Amish mi era piaciuto, in Angel’s Beats avevo notato qualche
inciampo, ma in questa novella non ho ritrovato la stessa coerenza narrativa.
Amber
e Kellan, per gioco, diventano amanti.
Un
sentimento che covavano da tempo e che esplode durante la notte di Halloween.
Tuttavia, l’evoluzione del loro legame risulta affrettata: il ti amo gridato
dopo una sola notte insieme fatica a convincere, perché i sentimenti – anche i
più impetuosi – hanno bisogno di radicarsi nel tempo.
La
storia li separa, e il loro incontro due anni dopo dovrebbe rappresentare un
punto di svolta, ma le motivazioni restano deboli.
I
personaggi si contraddicono spesso: ciò che dicono non sempre coincide con ciò
che fanno, e questo finisce per indebolire la credibilità delle loro azioni.
L’analogia
tra lucchetto e chiave, reiterata più volte, avrebbe potuto essere un buon
simbolo se non fosse risultata eccessiva.
Il
finale lascia ulteriori perplessità: lui finge di non sapere, poi sa; l’amico,
inizialmente tratteggiato in modo marginale, si trasforma improvvisamente nel
migliore amico di entrambi, orchestrando l’incontro finale.
A ciò si aggiunge un uragano che incombe sulla
città mentre la popolazione festeggia Halloween, un contrasto che rende
difficile credere alla scena e spezza ogni coerenza realistica.
Nel
complesso, la novella va verso il lieto fine sacrificando però la costruzione
dei personaggi e la coerenza della trama.
Le scene spicy chiudono la vicenda in modo
forzato, come se bastassero a cancellare rancore e dolore.
L’autrice
lascia intendere un sequel, che forse riprenderà un vibe di Halloween qui
appena accennato.
L’unico tocco autunnale si riduce a qualche
foglia incastrata tra i tergicristalli e alle immancabili bevande di stagione.
Ho
chiuso la lettura con la sensazione di una storia che aveva buone premesse ma
si è persa nella fretta.
Anche una novella, per quanto breve, richiede
struttura, coerenza e profondità emotiva: qui tutto scivola via troppo
rapidamente.
Non
me ne voglia Giada: il nostro blog è noto per la sincerità, ed è giusto esserlo
sia verso i lettori sia verso gli autori.
Le
opinioni restano soggettive, ma questa storia, più che emozionarmi, mi ha
lasciato l’amaro in bocca.
A presto.





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