Prendere
un respiro è quello che mi è servito per scrivere questa recensione.
Credo
che sia uno dei più bei libri che abbia letto, e non perché ha scene spicy, non
per storie d’amore tormentavate o per il cattivo ragazzo che la maggior parte delle lettrici cerca.
Il
tormento qui ruota intorno a quella fase delicata della vita in cui ci si sente
particolarmente sbagliati.
L’adolescenza,
soprattutto negli ultimi anni, sta diventando quasi un mostro oscuro.
C’è
chi riesce ad affrontarla con un sorriso, e chi invece dietro quel sorriso
nasconde ombre che emergono solo quando si è soli.
La Coccorese è una maestra nel mettere nero su bianco la miriade di emozioni che attraversano i ragazzi di oggi.
Impressionante
il modo in cui riesci a sentirtele addosso.
I
silenzi fanno da padroni, perché a volte non servono parole: diventano
superflue quando ci sono gli occhi a dire ciò che la lingua non riesce a
pronunciare.
E Blythe è proprio questo: attraverso gli occhi di chi incontra vive quei drammi, quell’oscurità che può portare a imboccare una strada senza ritorno.
Blythe
è quel sorriso che continua ad aleggiare sulle sue labbra, nonostante tutto.
È
la sua sensibilità, quel suo ascoltare gli altri non attraverso le orecchie, ma
attraverso il cuore.
Ogni
emozione che si dipinge sul volto altrui diventa un modo per sentire davvero.
Blythe e Daisy: la ragazza più ammirata della scuola, quella che davanti agli altri indossa una maschera ma che cade miseramente quando resta sola.
Un
romanzo che mette sul piatto realtà che purtroppo tendiamo a ignorare e a
sottovalutare.
Il Bullismo, la depressione, il non sentirsi abbastanza: sono fattori che stanno corrodendo la società odierna.
Eppure
non si dà quell’importanza necessaria a tutelare ragazzi troppo fragili per
portare sulle spalle il peso della cattiveria.
Attraverso i tuoi occhi dovrebbe circolare nelle scuole, e non solo, perché in ogni ambito c’è chi ama infliggere dolore all’altro.
Un
modo, probabilmente, per riscattarsi da una vita vuota danneggiando quella di
chi è più sensibile o più debole.
Magistrale il modo in cui la Coccorese ha descritto determinate dinamiche.
E
tu resti lì, spettatore dei drammi di questi ragazzi, e ti chiedi se quei
silenzi che vediamo nei nostri figli o negli amici non nascondano lo stesso
dolore.
Un libro che consiglio vivamente e che acquisterò per mia figlia, affinché si comprenda l’importanza di certi gesti, e che le aspettative, quando pesano come macigni e non vengono rispettate, non rappresentano la fine, ma solo un incidente di percorso che va affrontato.
Barcollare,
cadere e poi rialzarsi, facendosi aiutare, senza chiudersi in un mutismo che
logora l’anima.
Io credo che non ci siano stelle sufficienti per quantificare questo piccolo capolavoro di narrativa, né per descrivere la penna delicata e attenta dell’autrice.
I
complimenti e il grazie sono d’obbligo, e spero di cuore che questo romanzo sia
apprezzato, ma soprattutto capito.
A presto.






Nessun commento:
Posta un commento