Sherlin Riley fugge dall’amore malato dell’ex abusante nel quale aveva cercato protezione nel momento in cui è rimasta sola, in seguito alla morte, in un incidente, della madre e della sorella Loreen. Cerca rifugio ad Haven Creek, dove sa di poter contare su Jacob, il fidanzato della sorella defunta. Ma Jacob non è più l’uomo accogliente e sorridente che Sherlin ha conosciuto diversi anni fa: piegato dal dolore per la perdita della futura moglie e del bambino che aspettavano, si è chiuso in se stesso e soprattutto ha chiuso le porte alla vita e alle possibilità che essa offre. Semplicemente si sente in colpa per essere ancora in vita.
Per Jacob l’arrivo di Sherlin significa vedere in lei sfumature della fidanzata e non vuole. Ma resta comunque un uomo buono e il senso di colpa per averla abbandonata a se stessa nel tragico momento che li ha accomunati, lo porta a ospitarla dietro promessa che sarà per un tempo breve. Sherlin e Jacob hanno anime ferite nel profondo ma, mentre lei reagisce, lui è chiuso in se stesso. Sarà Sherlin a costringerlo a fare i conti con il passato che ha chiuso in vecchi scatoloni e a risvegliare in lui l’uomo che sa provare l’amore che da tempo, ormai, tiene relegato con forza nel buio della sofferenza.
Squisita e struggente la lotta che Jacob intraprende con se stesso quando, da un lato si accorge che l’amore che prova per Sherlin non è più “da cognato”, ma “da uomo” e, dall’altro vive il senso di colpa che tutto ciò non “deve succedere” perché non è giusto verso la memoria di chi non è più… la presenza di Sherlin è dolorosa, ma è l’unica salvifica per lui, basta solo smettere di opporsi e accettare di farsi curare l'anima. Bisogna avere il coraggio di vivere la vita fino in fondo perché dopo tante brutture dovrà pur esserci qualcosa di buono che la renderà degna di essere vissuta e questo “buono” non può che essere l’amore che cura, che culla che non si può tenere sigillato negli scatoloni.
Attenta come sempre alla realtà che ci gira intorno, la Costalunga tratta temi importanti e attuali: dell’abuso (fisico e psichico), del lutto che annienta, della paura di tirare su la testa perché ci si sente indifesi e soli o non meritevoli di vivere; ma tratta anche di coraggio: il coraggio che proviene dalla voglia intensa di vivere; li tratta con la sua consueta fluidità del periodare e la profondità dei personaggi che trascinano nel cuore del racconto senza lasciare la possibilità di interrompere la lettura che si rivela, quindi, accattivante.



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