A volte, per ritrovarsi, bisogna prima perdersi.
Devastante.
Solo
con questo aggettivo si può identificare il romanzo della Rossi, autrice che
tra l’altro non conoscevo.
Cicatrici
emotive che ti senti addosso, tutte.
Il
dolore di Anastasia, quello di Adrien, il rimorso che serpeggia fra le pagine
perché, quando si è adolescenti, si reagisce con rabbia alle delusioni, senza
tenere conto delle ripercussioni.
Un
romanzo che parla di amore e di violenza: quella che si consuma fra le mura
domestiche, quella che subisce una donna che non sa difendersi se non assumendo
la posa della vergogna.
Una
realtà, quella che descrive la Rossi, ancora esistente in paesi lontani dal
nostro.
Non
è un libro leggero.
Non
nel senso di una tranquilla storia d’amore fra due ragazzi che crescono
insieme.
Però
credo che sia più vero di tanti altri che indorano la pillola, incartando
avventure che di reale hanno ben poco.
Si
vede lo studio che c’è dietro, si sente quella violenza che subiscono molte
donne e che finiscono per convincersi di meritare.
Perché
chi ti dovrebbe amare fin dal primo respiro, troppo spesso si rivela l’orco
delle fiabe: quello nascosto nel buio, in attesa di uno sbaglio.
Una
storia curata nei dettagli, senza buchi di trama, senza appigli per dire “non è
abbastanza”.
La
Rossi racconta la verità nuda e cruda, e tu rimani con il fiato sospeso, con un
piede nel passato dei giovani e uno nel presente.
Ti
batte il cuore per un ritorno che Ana non credeva possibile.
Ana,
sostenuta da un fratello, da un datore di lavoro che vede oltre l’immagine che
la società appiccica addosso.
Una
migliore amica che la sprona a rialzarsi, perché non è sbagliato concedersi di
sognare, nonostante tutto.
Non
è sbagliato tornare tra le braccia di quell’uomo, Adrien, che era fuggito
perché non sopportava il tradimento, ma che finisce per non riuscire a stare
lontano da lei: prima dalla bambina e poi dalla donna che parla solo con gli
occhi.
Bello, intenso, una lettura che fa riflettere e sperare che queste persone, prima o poi, riescano a scorgere quella felicità che la vita sembra voler negare loro di continuo.
Le
cinque stelle sono meritatissime, per una penna speciale come quella della
Rossi e per un non romanzo che merita di essere letto.
A
presto.

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