Se dovessi descrivere Mathilda con un termine direi: elegante.
La Blake regala emozioni con tutti i suoi romanzi, storie che ti trascinano in quei viaggi che vivi a fianco dei protagonisti.
In “Azzurra dei Cipressi Bianchi” non è diverso.
Ho sentito molto vicina la protagonista del libro, accumunate dall’amore dell’arte che la Blake ha descritto in modo magistrale.
Così come la cura che ha messo nel disegnare - perché la scrittura è arte, e le autrici disegnano letteralmente i protagonisti delle loro storie - la personalità complessa e accurata di Demetrio.
Ma non è solo questo, sono molte le scrittrici che si concentrano solo sui protagonisti, trascurando dettagli che sono fondamentali nella stesura di un romanzo, soprattutto quando si parla di storici.
Mathilda cura ogni dettaglio; dall’ambientazione da Parigi a Siena, ai sentimenti di quella famiglia, composta da due sorelle maggiori che tentano di aiutare la piccola di casa a recuperare ricordi che sono avvolti dalla nebbia.
Ogni cosa è messa al punto giusto e tutto converge verso loro: Demetrio e Azzurra.
Su quel matrimonio di cui lei non ha memoria, su un rapporto che viene ricostruito passo dopo passo.
Magnifici i dialoghi, l’interazione fra i due ti strappa sempre il sorriso.
Così come quello strano gioco fatto d’intimità - mai volgare - che ha lo scopo di recuperare ciò che è andato perduto, e ciò che deve ancora nascere.
Fino ad arrivare a quel finale che lascia con il fiato sospeso.
Chi legge le mie recensioni sa bene che odio ridurre le mie parole al racconto di una trama.
Un romanzo, quando lo si legge, deve essere vissuto in maniera individuale.
Così come sono soggettive le sensazioni che lascia uno scritto.
Con Mathilda, per quel che mi riguarda, è sempre una grande emozione.
Il suo stile narrativo è così realistico che ti sembra di assistere a un film durante la lettura, e per questo in primis lei non lascia nulla al caso.
Personaggi delineati in modo diverso per ogni romanzo, ambientazione, dialoghi, vicende incastrate e briciole seminate che trovano il loro raccolto sul finale.
Ci vuole maestria per creare queste storie, ancora più difficile se si considera che narrano vicende che non si svolgono nella contemporaneità.
Complimenti all’autrice e alla sua penna - mai pesante - che fa sempre sognare.
A presto
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