
Capita,
per una lettrice, rimanere folgorata da una storia.
Ne
avverti l’anima, ne senti l’amore che impregna ogni pagina del libro.
Questo
è il secondo che leggo della Marcelli e le sensazioni avvertite sono le
medesime.
Uno
stile narrativo che coinvolge in ogni sfumatura che tinge il romanzo.
Si
affrontano temi delicati: una donna spezzata nell’anima e nel corpo, Eva, che cerca un po' di
pace, una cura a quelle ferite invisibili e visibili, in un angolo di paradiso
che è Pineto, in Abruzzo.
Lì
però troverà la sua tempesta, Marco Ludovici, uno scrittore che ha perso l’ispirazione
e la cerca in quegli stessi luoghi.
Mi
è sembrato di leggere un diario, il diario di due protagonisti che occupano
tutta la scena, anzi le scene, che si susseguono come se fossi dentro a un
film.
Avverti
tutto, dalla disperazione di Eva, da quel non sentirsi abbastanza, alla sua incredulità
davanti all’interesse di un uomo come Marco.
Meravigliosa
nella scrittura, nella descrizione di quei paesaggi che ti sembra di ammirare.
Non c’è stato un momento in cui mi sono
annoiata.
L’ho
finito così come l’ho iniziato, e il bello è la mancanza che ho avvertito subito
dopo.
Segno
inequivocabile che il romanzo di è rimasto nel cuore.
La
parola che ho detto, una volta arrivata all’ultima pagina, è stata: voglio
leggere di più scritto dalle mani di questa autrice, che sa catturare l’attenzione,
coinvolgerti.
Arrivi
ad amare e odiare i personaggi.
Tutto
bilanciato, calcolato, una storia che non eccede in lunghezza, ma ha tutto al
punto giusto.
E
rinnovo i complimenti alla Lorena Marcelli per la capacità che ha di portarti
dentro i suoi scritti.
Anche
qui le cinque piume sono indicative per un romanzo che ne vale molte di più.
A
presto
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