08 ottobre 2022

RECENSIONE: - "Il taglio freddo della luna" - di Piera Carlomagno

 




Titolo: Il taglio freddo della luna

Autore: Piera Carlomagno

Editore: Solferino Editore

Pagine: 352

Formato: ebook, cartaceo

Prezzo: ebook €11.99, cartaceo €19





Gli ultimi istanti di quiete, l’ultimo lampo di spensieratezza: è l’inizio del pranzo di fine estate che Marina Pietrofesa Cortese, matriarca ottantenne, ha imbandito per la famiglia, in uno degli eleganti lidi della costa ionica lucana. Certo è strano che Wlady, nipote prediletto di Marina, non sia arrivato, ma la sua assenza è solo un’increspatura nell’atmosfera dorata che avvolge quella famiglia di antichi latifondisti. Ben diversa la giornata di Viola Guarino, chiamata ad analizzare una scena del crimine che sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua casa ricca di opere d’arte. Uno come Ambroselli, riflettono gli inquirenti, tra cui l’affascinante sostituto procuratore Loris Ferrara, poteva avere molti nemici: era il fisico della Fossa Irreversibile in cui, a pochi chilometri da lì, negli anni Cinquanta, erano state nascoste le scorie nucleari americane. E quando viene a galla la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady – la cui assenza comincia ad assumere i contorni di una scomparsa – i due casi appaiono inequivocabilmente collegati. La soluzione si trova solo nel presente o in un passato che, come le scorie nucleari, è sepolto nelle profondità della colpa?




Il taglio freddo della luna, noir scritto da Piera Carlomagno ed edito da Solferino, è il terzo romanzo della serie che vede come protagonista l’anatomopatologa Viola Guarino, nipote di una lamentatrice di professione, nella quale convivono la donna di medicina e la strega che “avverte” le cose più che vederle.

Il prologo si apre su un viaggio in auto verso una destinazione vacanziera nel pieno dell’estate del 1982 che si rileverà lo spartiacque nella vita dei protagonisti, l’ultima estate della loro innocenza.

Il primo personaggio con cui il lettore entra in confidenza è l’altera matriarca ottantenne della famiglia Cortese, Marina Pietrafesa Cortese. Una donna che ostenta ricchezza e fama ormai sbiadite e che tiene stretto al cuore un segreto che poi tanto segreto non è.

La quiete del luculliano pranzo di fine estate allestito dalla donna è turbata dall’assenza del nipote prediletto Wlady, ma è una lieve stonatura che si accorda al tramonto storto che offre l’elegante lido sulla costa lucana.

Dal placido e artefatto banchetto dei Cortese la scena si sposta all’interno di villa Ambroselli, dove Viola Guarino è chiamata a intervenire per analizzare il cadavere trovato all’interno di una vasca da bagno. La vittima è Vittorio Ambroselli, professore ordinario all’Università La Sapienza.

L’intuito di Viola scova subito la messa in scena, lo staging dietro il delitto. “L’arte riflette i fatti a modo suo e anche qui l’assassino ci offre una visione diversa dalla realtà.”

La morte di Ambroselli è l’allestimento apocrifo del quadro La morte di Marat nel quale non è raffigurato il momento del delitto, bensì la scena del crimine. Dall’assassinio di Ambroselli si dipana una trama lunga e complessa e scovare il colpevole sarà un percorso lungo e accidentato che scoperchierà vasi di Pandora e riesumerà segreti inconfessabili, intrecciando le vite di tre generazioni, attingendo a un passato che torna con prepotenza a riscuotere il suo tributo dopo quarant’anni

Ne Il taglio freddo della luna ritroviamo una Piera Carlomagno ispiratissima che delizia il lettore col suo continuo mescolare passato e presente con accostamenti a volte azzardati, altri sublimi, tra una canzone di Alice e l’ultimo spot della Coca Cola. Come in Verga e Deledda in quest’opera sono soprattutto i luoghi a ergersi a protagonisti e a parlare, e l’autrice dà alla Basilicata voce e respiro con descrizioni incantevoli, minuziose e a tratti fiabesche.

I personaggi di cui la trama è ricca sono magistralmente caratterizzati, a partire da Viola, legata alla morte a doppio filo, che lavora sui cadaveri ma ne cerca l’anima prima di lasciarli andare presente, passando per l’enigmatica e monolitica matriarca dei Cortese fino a Bepi – il figlio legittimo di Marina – la cui vita gli scivola addosso senza colpo ferire, quasi fosse uno spettatore passivo della storia, soldato scelto in una guerra perdente.

La verità, che Piera Carlomagno ci svela proprio sul finale disseminando la narrazione di piccoli indizi, tasselli che andranno a ricomporre un puzzle ciclopico, deflagra come una bomba destabilizzando il lettore, scatenando una semplice domanda. “Perché?”

Il romanzo di Piera Carlomagno è un noir colto, letterario, nel quale lo stile dell’autrice soverchia persino la trama, sale in cattedra e ammalia il lettore, coinvolgendolo in un turbinio di emozioni mentre lo guida a dipanare il prezioso ordito di un arazzo dalle mille tonalità cangianti.

Perché non è tutto oro ciò che riluce e il passato torna sempre a bussare alle porte delle coscienze.

Magistrale.






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