23 marzo 2021

RECENSIONE: - "INTRO" - di Marta Giacobbe



Titolo: Intro
Autore: Marta Giacobbe
Collana: Happy Writers
N. pagine: 174

Prezzo: euro 12,00
 


 Lia è una giovane universitaria, con la passione per la fotografia e la natura, piena d’amore e con la propensione a voler sempre controllare tutto, anche i sentimenti. La sua vita scorre tranquilla tra un impegno e l’altro in una città lontana dalla sua famiglia e dalla sua casa d’infanzia, ma un giorno accade qualcosa che la riporterà indietro nel tempo costringendola ad affrontare ciò da cui si era allontanata quasi scappando: un amore finito e che non è riuscita a dimenticare.

Quel ritorno alla realtà così improvviso, spingerà Lia ad intraprendere un viaggio senza meta ma non prima di aver messo nero su bianco tutto quello che non era mai riuscita a dire, non prima di aver scritto una lettera piena d’amore da lasciar andare insieme ai ricordi, per potersi finalmente liberare.

È così che tutto ha inizio con una lettera spedita e un viaggio senza destinazione per poter riordinare i pensieri e mettere ogni cosa al suo posto, ma Lia non sa che proprio durante quel viaggio, qualcos’altro di inatteso la sta aspettando: un incontro che la cambierà facendole provare emozioni sconosciute; senza saperlo, Lia, conoscerà qualcuno che la aiuterà nel suo percorso di rinascita, spingendola a superare i suoi limiti e le sue paure, rendendola più forte e più consapevole di ciò che si porta dentro.

Le cose non sempre vanno come vorremmo, ma noi non possiamo fare altro che accettarlo ed andare avanti; l’amore provato, che sia ricambiato o meno, è pur sempre amore e non ha bisogno di dover essere spiegato o razionalizzato, ciò che conta è amare, nient’altro: questo è ciò che Lia capirà nel suo viaggio, ma sarà davvero in grado di lasciar andare il suo passato per vivere un nuovo amore?



Il romanzo prende il via da una lettera che la protagonista Lia sente di scrivere al suo primo e unico amore che ha perso di vista ormai da anni, ma al quale si sente indissolubilmente legata per il rimpianto di non essere riuscita a esprimergli i suoi sentimenti al momento giusto, causandone il definitivo allontanamento e il suo devastante soffrire di cui, tuttavia, non riesce a fare a meno pur di sentirsi vivere.

Lia decide di intraprendere un viaggio in treno senza meta, non per mettere una distanza da qualcosa o qualcuno, ma per ritrovare se stessa, perché “ cercando qualcosa al di fuori di me che mi completasse, avevo perso me stessa”. Così, insieme alla corsa in treno, inizia la meditazione interiore sul suo volontario abbandonarsi al vuoto: “non mi accorgevo mai di quello che avevo davanti andando alla ricerca di ciò che non avevo o non potevo avere, rincorrendo spesso cose che non esistevano o peggio chi non si accorgeva di me guardandomi attraverso senza vedermi”. Lia, nella sua immobilità, sciupa il suo tempo nell’attesa ansiosa e inquieta di un futuro incerto. Da questo suo torpore deriva la scontentezza di sé e quell’angoscia che le grava sul cuore.

L’incontro sul treno con uno sconosciuto, Andrea, segnerà un cambiamento in lei e sulla considerazione dell’amore con il suo primo ragazzo, fino a domandarsi se fosse stato vero amore, perché se è vero che lei era fuggita era anche vero che lui non aveva tentato di trattenerla. Lui ha avuto colpa quanto lei.

Andrea ascolta in silenzio tutto ciò che Lia gli racconta e quando lei non parla, lui riesce a “leggere dentro di lei” e ciò definisce il primo passo di Lia verso la riconquista di sé. Ѐ così che la nuova Lia, nei giorni successivi, riesce a lasciar andare il suo primo amore e tutti i sentimenti contrastanti a lui legati.

Ma ancora una volta la vita insegna: “ciò che per te è felicità non può esserlo per qualcun altro e viceversa, la felicità è un concetto astratto (…); la felicità non è nelle capacità dell’uomo (…); siamo destinati tutti ad esser infelici (…)”. Ma adesso Lia ha operato la sua rinascita e, arricchita dall’esperienza fatta e consapevole ormai di se stessa, è in grado di camminare da sola verso la sua nuova vita.

Come recita lo stesso titolo, è un romanzo introspettivo ma è anche, a mio avviso, un romanzo d’amore; ho trovato la sofferenza di Lia drammaticamente vicina a quella leopardiana: innamorata della vita e dell’amore, ma incapace di uscire dal guscio e, di conseguenza, condannata ad una esistenza triste e desolata perché non riamata, salvo poi fare un salto psicologico e riconquistare se stessa e il suo diritto alla serenità.


Voto 💜💜💜💜💜




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