04 marzo 2021

RECENSIONE: - "Un ago simile" - di Annalisa Cesaretti




TITOLO: Un ago simile
AUTRICE: Annalisa Cesaretti 
(Instagram: @anneinvegas/ @chetuscriva)
EDITORE: Royal Books Edizioni
DATA DI USCITA: digitale 11 febbraio 2021
FINALE: autoconclusivo
GENERE: contemporary romance

 

Luigi e Marisol Porzi sono simili, ma non uguali.

Nelle loro vene scorre lo stesso sangue e insieme sostengono il peso di un cognome che in quel di Colmite, il paesino in cui vivono, è garanzia di guai. Ma la vera affinità che li lega è cucita lungo le battaglie che combattono in virtù di un solo credo: la tutela dei diritti dei detenuti. Dalla cella del Gebella in cui è recluso, Luigi sceglie la via della rivendicazione; mentre sulle pagine del Gazzettino di Colmite sua nipote conduce inchieste per portare allo scoperto le malefatte del direttore dell’istituto di pena.

Proprio a causa dell’ennesimo sopruso, le loro vite, prima inscindibili, si separano per sempre. A unirle ancora al di là del tempo e dello spazio, però, resta il sottile filo che gira attorno alle colpe di entrambi fino a imbastire la pelle di Marisol. E tira, si fa sentire, dal giorno del suo primo incontro con Abel, un giovane architetto finito dietro le sbarre per scontare gli errori della sua famiglia e uscito dal Gebella con la sola aspirazione di consegnare un messaggio alla nipote di Luigi Porzi. Entra nella serratura della fortezza in cui i due ragazzi hanno rinchiuso il passato e nelle loro mani diventa lo strumento con cui suturare le ferite dell’altro.

Quel filo, poi, si trasforma nell’unico canale di comunicazione tra gli abitanti del penitenziario e il resto della società; e passando attraverso le crune di aghi simili tenta di rappezzare il futuro di Marisol e di Abel con il logo del sogno di Luigi: un quotidiano di informazione dal e sul carcere redatto dai detenuti.


Luigi e Marisol Porzi sono simili ma non uguali. Nelle loro vene scorre lo stesso sangue e insieme sostengono il peso di un cognome che in quel di Colmite, il paesino in qui vivono , è garanzia di guai. Un libro che tratta le carceri italiane, complesso. All'inizio della lettura ho fatto difficoltà a immergermi nella storia forse perché so bene come sono le carceri e per problematiche famigliari le ho viste con i miei occhi. 
Spesso diamo dei giudizi affrettati sui detenuti e facciamo noi stessi la sentenza: condannato a vita, senza provare a capire cosa c'è dietro all'atto compiuto della persona interessata e se è colpevole o no. 
A mio parere UN AGO SIMILE ci fa capire che spesso si può cambiare, se si vuole la vita propria può sempre avere un riscatto positivo nella società che non tutte le persone sono ''pecore nere'' . Marisol ogni mercoledì è alle porte della Gabella per andare a trovare il nonno Luigi senza mai perdersi un appuntamento tra virgolette e lui ogni volta chiede il permesso alle guardie le centinaia di Secondini che comandano nella struttura al quale devi chiedere il permesso pure per bere un goccio di acqua. Un giorno Luigi farà un incontro con un detenuto, Abel che è finito in carcere per errore, e lo porterà a un tragico destino. Mi sono dilungata troppo, più che una recensione sta diventando un racconto ma non c'è l'ho fatta a fermarmi di scrivere. 
Tutta la lettura è complessa e va letta con certo tatto, io praticamente sono stata incollata un giorno intero senza fermarmi di leggere volevo sapere sempre di più come si evolveva la storia . Mi è piaciuta la descrizione perfetta di Marisol e come cambia la sua vita, anche gli altri personaggi sono ben descritti e non lasciano niente al caso. La scrittrice a mio parere ha avuto una sensibilità sopra ogni cosa nel scrivere questo libro, a volte questa tematica come le carceri viene messa da parte. Dovrebbero esserci più scrittori che trattano questo tema . La penna della scrittrice non mi ha delusa per niente nonostante la partenza prevenuta. 

Voto 💜💜💜💜💜









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