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La protagonista è Giulia, una OSS., con il cuore grande e l’anima ferita dalla perdita più atroce che si possa subire: quella del figlioletto Filippo, morto in culla. In seguito a ciò anche il marito la lascia senza alcuna spiegazione. Ciononostante, Giulia ha dentro di sé la forza di continuare a lottare. Svolge il proprio lavoro con dedizione, compartecipe delle sofferenze dei propri malati: c’é il rispetto verso il dolore altrui, la pietà dinnanzi a un corpo che va incontro alla morte e il senso di vuoto in seguito ad essa.
Dopo alcuni anni ritorna ad aprirsi alla vita innamorandosi di Paolo, nobile e troppo giovane, sostanzialmente senza spina dorsale per opporsi alla propria famiglia, la quale odia e non accetta Giulia solo perché appartiene ad un altro ceto sociale; s’innamorerà anche di Manuel, dolce e perfetto al punto da sposarlo, ma troppo sfortunato perché il destino lo strapperà alla vita; s’innamorerà di Lorenzo, passionale come Paolo e dolce come Manuel…
Le emozioni, le passioni e le delusioni della protagonista si intrecciano continuamente con i colpi di scena nel corso di tutto il libro e ti portano a fare il tifo per Giulia perché, nonostante sia una persona buona, le avversità l’hanno presa di mira senza sosta e tu ti chiedi insieme a lei: quando finirà tutta questa sofferenza?
Ѐ un romanzo di coraggio, di capacità di mettersi in gioco, sempre e comunque, da parte di una donna che definirei un “fiore d’acciaio”.
Una sola nota personale: alcuni passaggi e dialoghi, in certe occasioni, li ho trovati superflui e in alcuni casi avrei preferito alla narrazione fine a se stessa lo “show don’t tell”.
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