Casa Editrice: Pluriversum
- 368 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Fantasy
Bethel ci narra di una vita sconvolta da un’esperienza mistica, in cui amore e spiritualità vanno di pari passo. Un enigmatico sogno che trascina tanto la protagonista quanto l’autrice stessa in un vortice che tende alla scoperta di sé. Una scoperta che trova nell’amore la sua irrinunciabile guida e ispirazione. Una rivelazione che ci esorta ad assaporare la vita nelle sue componenti più sottili, riscoprendo la profondità e l’unicità dell’uomo.
Oltre
l’Abisso è un romanzo onirico il cui tema portante è, a mio
avviso, l’amore; un amore che lungo la lettura del libro muta e
devolve dalla primitiva caratteristica materiale a quella più pura
in assoluto. Il filo conduttore dell’evoluzione dell’amore è
Bethel la protagonista, capoclan celta. Bethel, all’inizio
rappresenta in tutto e per tutto la parte umana e sensibile
dell’amore con il suo legame non benedetto dal matrimonio, con
Makena e con il suo affetto profondo per il proprio clan. Ma ciò non
basta perché una profezia la vuole generatrice di un semidio che
porterà pace fra i diversi clan celti e onorerà gli Dei. Per
generare un semidio, occorre che alla parte sensibile dell’amore si
unisca quella più ascetica nella figura del druido Vessagh. Seguendo
la profezia, i due, insieme, saltano nell’abisso (un precipizio sul
mare) e concepiscono Jarlath. L’abisso, che per i saggi è
l’espressione del volere degli Dei, per Bethel è un momento di
catarsi: lei salterà ben due volte in esso e in entrambi i casi la
sua essenza si modificherà: “Dopo il
catartico salto la mia consapevolezza dei sentimenti e delle
motivazioni, che come linfa muovono tutti gli esseri, si era acuita
sempre di più e proprio questo aveva messo a nudo davanti ai miei
occhi un’umanità gretta e malvagia, egoista (…)”.
Si intensifica in Bethel una maggiore volontà di rifugiarsi nella
Natura lasciando indietro i giochi di potere e le discussioni degli
uomini. La nuova sensibilità di Bethel è odiata dal suo compagno
Makena (simbolo dell’amore carnale) da cui non sa ancora separarsi.
Nonostante la sua chiaroveggenza, neanche il druido Vessagh riesce a
sondare i pensieri della donna nel momento in cui, con la seconda
gravidanza, le si acuiscono la mente e la sensibilità.
Nonostante
l’amore per Makena, Bethel contrae matrimonio con Vessagh (simbolo
della comunione con la volontà degli Dei) e l’unione con la parte
ascetica dell’amore sviluppa ulteriormente le sue capacità poiché
si crea un equilibrio tra la parte fisica e spirituale dell’amore
che porta sia Vessagh che Bethel a ricongiungersi con l’armonia
dell’Universo.
Il
secondo tuffo nell’abisso, imposto dai saggi dei clan, è la
quintessenza della catarsi: mentre per gli uomini semplici esso è
solo foriero di morte, per Bethel è luce, cambiamento: “L’impatto
con i flutti aveva reso tutto nuovamente chiaro. (…) Ora sapevo che
seguire le mie intuizione era la via verso l’illuminazione, un
percorso scevro da sensi di colpa (…). Consapevolezza di sé, tutto
il resto sono convenzioni”. Questo amore
che cambia facendosi sempre più trascendentale, nella parte finale
(quando Bethel lascia fisicamente la terra) raggiunge il suo apice e
da “essenza” diviene anche “dissolvenza” di suoni (terreni)
in un unico Suono Universale, che ancora e sempre è “Amore”,
“Armonia Celestiale”.
Libro
intenso, in cui si viaggia nel corso della lettura, dal sogno alla
percezione dell’Energia pura.
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