Il risveglio della “selvaggia” Demri nel reparto “dormienti” genera scompiglio nell’odierna società che si snoda tutta in sincrono al grido di “Ordine e civiltà!”.
Seguendo le vicende di Demri (stordita dal mondo sconosciuto che si ritrova a contemplare) aiutata dal “civilizzato” Christian, il romanzo breve di Franceschini, dall’impronta futuristica e fumettistica, fa riflettere su come l’ordine e la civiltà siano garantiti esclusivamente dalla somministrazione quotidiana di ormoni per mantenere l’equilibrio sociale e sessuale. “Non c’è dolore. Tutto garantito. Non c’è preoccupazione. Nessun rischio” grazie alle riforme delle Grandi e Piccole Civilizzazioni. Inoltre grazie alla regolamentazione del diritto all’accoppiamento, ognuno ha la propria soddisfazione sessuale quotidiana nei centri d’accoppiamento, così “nessuno importunava nessuno. Nessuno cercava più nessuno. Nessuno aveva un rapporto con nessuno (…)”.
Sembra l’età dell’oro, un’epoca perfetta, tutto è ben controllato e perfettamente in ordine e funzionante; si percepisce, dalla narrazione, un senso di “non rumore” dove tutto scorre e avviene in modo assolutamente etichettato. Tutti sembrano soddisfatti, incasellati nella routine: “Era tutto piacevolmente rassicurante. Perché uscirne? Era dall’abitudine statuaria che proveniva la serenità e la tranquillità (…)”; eppure dalle righe emana un senso di squallore: non esistono sentimenti né rapporti umani veri, tutto è piatto, asettico, non batte più l’emozione e a quelli, come Christian, che sono dei buoni cittadini ma hanno comunque un sentore delle storture di questo nuovo mondo, ci pensa l’Ordine con le sue indagini, con le sue punizioni inflitte ai sovversivi, con il suo controllo della cultura poiché bandisce in varie liste i libri proibiti: “per la maggior parte era materiale (…) riconducibile all’accoppiamento selvaggio (…). La quasi totalità delle opere dell’arte e dell’ingegno era stato messo all’indice, altro modificato e manipolato prima di reimmetterlo sul mercato”. Ciò mi suggerisce un ritorno all’epoca della Riforma Cattolica, con l’Indice dei libri proibiti, dove L’Ordine si identifica con la Santa Inquisizione. Corsi e ricorsi storici. In passato si “regolava” con il fuoco, cioè i roghi, nella nuova era si regola clinicamente con iniezioni di ormoni, senza omicidi e con “ordine”; l’elemento comune è uno: non permettere all’uomo di pensare con la propria testa e tenerlo soggiogato a un volere più alto. E per controllare che tutti si comportino bene, l’Ordine si serve dell’Occhio, paragonabile agli inquisitori della vecchia Riforma Cattolica.
Apparentemente sembra tutto perfetto, ma lo è se si temono i “selvaggi”, ossia i sovversivi o, meglio, quelli che usano ancora la loro testa per pensare? È davvero tutto così encomiabile se fra coloro che fanno parte dell’Ordine serpeggia il pensiero (non tanto civile) di sfruttare il caso per fare carriera politica? Ho più impressione di essere davanti alla solita oligarchia… della serie: tutto il mondo (civile o selvaggio, passato o futurista) è paese…
Il futuro è nelle mani dell’uomo e della sua intelligenza: si tratta di essere sereni o anestetizzati? O, peggio, annichiliti? “Placate le pulsioni di riflesso nessuno faceva del male a nessuno. E neanche del bene?”.
Romanzo breve, asciutto, essenziale, ma “ricco”.
Per riflettere.
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