23 marzo 2022

RECENSIONE: - "Chicago Blues" - di Marilena Migiani e Angelo Fabbri

 





Titolo: Chicago Blues
Autore: Angelo Fabbri, Marilena Migiani 
EditoreWM edizioni 
Genere: narrativa
Pagine: 366
Prezzo: 15,00 €


Chicago anni Trenta: nascita della musica blues, ma anche proibizionismo, violenza razziale, malavita. Tina Sanpaoli, figlia d’immigrati italiani, ha una torbida relazione con Chet Halliday, un sassofonista nero che suona al “Blues Serenade”, locale gestito dal mafioso Vito Lo Cascio, mentre suo fratello Micky, di alcuni anni più giovane, comincia una promettente carriera di pugile. Incinta di Chet, Tina, viene aggredita e violentata da due scagnozzi della banda rivale di Teo Mancuso. Salvata fortunosamente da Paddy O’Really, un immigrato irlandese che lavora nel circuito del “Blues Serenade”, perde però il bambino. Lo stupro potrebbe essere l’inizio di una sanguinosa guerra tra le bande rivali, ma lo stesso O’Really, con l’aiuto di padre Murray, parroco della zona e amico di famiglia, convince ad intervenire il capitano della polizia Rocky Malone, referente di entrambe le gang. Gli stupratori di Tina vengono barbaramente uccisi dagli uomini di Lo Cascio, e all’omicidio partecipa anche la ragazza.

Tra spaccio di alcolici e gli albori del nascente blues la vita sembra riprendere, e tra Tina e Paddy si instaura una appassionata e sofferta relazione, ma il sindaco Johnson, intenzionato a stornare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle sue speculazioni edilizie per vincere le imminenti elezioni, stipula un patto con Rocky Malone e il sindacalista corrotto Jimmy Hoffman per garantirsi l’appoggio delle due bande al fine di seminare il panico in città. Per suscitare la reazione della parte più povera della popolazione decidono di sabotare una vecchia acciaieria, con il consenso del proprietario, ma l’incendio si estende e distrugge una baraccopoli adiacente, provocando diverse vittime. O’Reilly sospetta la matrice dolosa, e per questa sua intuizione Hoffman vorrebbe eliminarlo, ma né il sindaco né il capitano Malone ritengono opportuno in quelle circostanze il suo omicidio. Vito Lo Cascio convince Tina a proteggere il suo amante facendolo nascondere in un luogo segreto. Tina accetta, ma poi capisce che una volta calmate le acque O’Reilly verrà comunque ucciso. Chiede aiuto a padre Murray, che decide di farlo rimpatriare in Irlanda tramite alcuni suoi contatti con l’Irish Republican Army. Durante il percorso verso il porto, avviene l’attesa imboscata da parte della banda di Mancuso e degli uomini di Malone, ma l’IRA, con un’azione militare, riesce a metterlo in salvo. Nello scontro rimane però ucciso accidentalmente anche Micky mentre sta rientrando a casa e Tina, sconvolta dalla morte del fratello, decide di rompere ogni rapporto con Paddy e parte per un viaggio solitario attraverso gli States che durerà un anno. Al suo ritorno Vito Lo Cascio, intenzionato ad entrare in politica, le offre di rilevare il Blues Serenade. Passano gli anni e O’Reilly, diventato in Europa uno scrittore di successo con “Chicago Blues”, racconto romanzato delle vicende di quell’epoca, torna a Chicago per la presentazione del libro negli USA e qui insperatamente ritrova Tina, che grazie a quel romanzo capisce e finalmente riesce a perdonarlo.


Ambientato nella Chicago degli anni ’30, è un romanzo corale i cui protagonisti, reali e inventati, conducono la loro vita sotto l’insegna del comune denominatore: il blues.

Sono gli anni del Proibizionismo e, contemporaneamente, gli anni in cui l’America è considerata come la terra delle occasioni per chi emigra dal proprio paese in cerca di fortuna, come gli italiani, e per chi cerca di affrancarsi dalla povertà come i neri. Ma per entrambe le etnie sbarcare il lunario è difficoltoso: gli italiani devono fare affidamento sulla benevolenza della mafia compaesana; i neri, e non tutti, sul proprio talento musicale legato al blues.

Le vicende dei personaggi si svolgono in piena aderenza alla realtà: una vita cruda, spesso spietata all’insegna dell’istinto di sopravvivenza fra le “bande” mafiose che si dividono la città e il potere, la presenza del Ku Klux Klan e la politica corrotta.

Chicago offre lo sfondo fumoso e malinconico delle strade popolate dai “tonfi di bidoni svuotati, cani che abbaiano e gatti in amore” e dalla melodia del blues; quest’ultimo, assoluto protagonista, infonde di sé il Blues Serenade, il locale del mafioso Lo Cascio, dove si intrecciano gli avvenimenti che snodano la trama.

La narrazione è realistica ed essenziale individuabile nel tipo di linguaggio adeguato ai tempi storici trattati, per cui l’uomo di colore è definito senza alcuna edulcorazione “negro” e considerato come un essere vivente alla stregua di un cane che può essere di proprietà dell’uomo bianco; ma anche nelle convinzioni secondo cui può fare del buon blues solo ed esclusivamente un uomo di colore e, se poi questi è eccellente, sicuramente ha stretto un patto col diavolo… 








1 commento:

  1. Una recensione splendida, che coglie appieno il senso del romanzo.

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