Solo con l'arco
fra le mani Ravic riesce a sentirsi a posto con se stesso e smettere di essere
il ragazzo timido e introverso che è. Quella sicurezza che ha perso durante
l'infanzia, in orfanotrofio, torna a scorrere nelle sue vene a ritmo
incessante.
Ma quando incontra
Loto, una ragazza misteriosa arrivata dall'Egitto, si troverà di fronte a un
altro grande cambiamento. In lui si accenderanno un desiderio mai provato prima
e sogni vividi di un passato lontano. Visioni che diventano reali al punto da
spaventarlo e attrarlo allo stesso tempo.
Una
strana sensazione cresce giorno dopo giorno. E se quei sogni fossero i ricordi
di un'altra persona?
Primo volume della nuova serie ODE; Gods Legacy inizia con Ravic e a far da madrina a questo romanzo troviamo Irene Catocci.
Wow, ecco cosa ho detto alla fine del romanzo.
Partiamo da Ravic, figlio mortale di Amon Ra, il prescelto, uno di quelli che riporterà il sole al momento del crepuscolo. Ravic e la sua doppia natura, l'uomo e il divino che coesistono fino a che, quest'ultimo, non prende il sopravvento. Ravic è un amore che non si perde nel tempo, quello che si cerca anche al di là della morte fisica.
È stato un mix di emozioni questo romanzo, interessante vedere come l'uomo tentava di opporsi al divino.
Bellissima la descrizione di quella trasmutazione che
riporta tutto all'origine.
E poi l'Egitto, misterioso, oscuro, coperto dalla
sabbia eterna, quella che ha visto la storia scorrere inesorabile, che racconta
miti e leggende che si confondono e fondono con il reale.
Non è mancato nulla in questo romanzo, dai sentimenti
forti di due giovani che si rincontrano, a mummie, a esseri oscuri, battaglie,
e scontri contro quelle divinità che pesano il cuore su una bilancia.
E poi il tiro con l'arco uno sport tanto nobile quanto fatele, le descrizioni di quei momenti che precedono lo scocco di una freccia è stato così reale che mi è sembrato di vederlo Ravic impugnare l'arco per lanciare un dardo, sia per una gara che per sconfiggere un nemico.
Non sono mancati i momenti di ironia, che hanno reso la lettura ancora più scorrevole con un PoV non sempre alternato nella quale si è passato dal Ravic umano a quello divino a Loto che mi ha emozionato tanto.
Lei disposta a sacrificare sé stessa per un amore che
non si è perso nel tempo.
Un’unica piccola nota stonata sul finale (sempre mia opinione), ma ne parlerò con l'autrice onde evitare spoiler. Tuttavia è un romanzo che stra consiglio per chi ha voglia di sognare un po’, per chi come me è appassionato di mitologia indipendentemente dai phanteon di appartenenza delle divinità, per chi crede nell'amore eterno che abbatte tutte le barriere imposte da leggi e tempo.
In attesa del prossimo romanzo, che non vedo l'ora di
leggere, faccio i miei complimenti all'autrice e alla ce che, come sempre, non delude
mai.
A presto
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