GENERE: Age gap, Retelling de La bella e la bestia
TROPE DI RIFERIMENTO: first love, forced proximity, emotional scars
EDIZIONE: Self Publishing
FORMATO: e-Book e cartaceo
La paura a volte è uno specchio che distorce la realtà
Isabel Lloyd è una delle ereditiere più facoltose del Regno Unito. Cresciuta lontano dai genitori, troppo occupati con i doveri imposti dal loro ruolo sociale per concederle le attenzioni di cui ha un disperato bisogno, non ha mai conosciuto la tenerezza e trova conforto soltanto nei libri e negli amati cavalli. La sua vita cambia all’improvviso quando, rimasta orfana, sarà costretta a vivere, fino al compimento della maggiore età, presso colui che la famiglia ha designato come suo tutore: Adam Ashdown, Conte di Warleigh. Adam non è solo un uomo misterioso e scostante, ma si mormora anche che abbia ucciso la moglie. Dalla morte di lei, vive recluso in un’oscura magione, reso folle dal dolore. Il giorno in cui Isabel varca i cancelli di Brighton Manor, i soli ad accoglierla sono i pochi domestici rimasti fedeli al conte. Con il trascorrere del tempo, aggirandosi per le stanze vuote e i silenziosi corridoi del maniero, la giovane inizierà a respirarne la cupa atmosfera e a intuire che vi sono celati dei segreti, sempre più conscia che una presenza la osserva, nascosta nell’ombra. Non ha mai provato tanta paura, eppure non si è mai sentita così viva. Viva al punto da infrangere l’unica regola che le è stata imposta, quella che le proibisce di varcare la soglia che conduce all’ala ovest. Ciò che vi troverà è un uomo abbrutito dal tormento e dal rimorso che la respinge e la attrae al tempo stesso. Sarà Isabel a soccombere o la sua dolcezza riuscirà a riportare la luce nel tenebroso cuore del signore del castello?
C’era
una volta…Così iniziano le favole, ma non tutte raccontano di
principi bellissimi e principesse dolci, mansuete e sempre con il sorriso sulle
labbra…
C’era
una volta… un uomo che aveva perso tutto, e non parlo della ricchezza,
ma del cuore e dell’anima…
C’era
una volta… una ragazzina che non aveva mai conosciuto l’amore
dei genitori, ricca, ma sola e chiusa in un dolore che si traduce nella malinconia
che vela i suoi occhi...
C’era
una volta… la Bella e la Bestia.
Mi
fermo sempre un attimo quando chiudo un libro che regala emozioni, mi fermo
perché cerco di capire come fare arrivare al lettore ciò che il romanzo lascia.
Estelle
Hunt la conoscevo, da prima di diventare blogger, avevo letto le sue storie che
si ambientavano in tempi lontani, li dove l’amore non nasceva sempre per un
sentimento, ma per riparare a una situazione economica disastrosa.
Ho
amato quelle storie dove vivevi in un'altra epoca, e il sorriso è spuntato
sulle labbra nel capire che, per questa favola, lei ha usato i discendenti di
quei personaggi che tanto mi avevano fatto sognare.
Un
retelling che trasla alla perfezione una favola alla modernità.
Un
intreccio di dolore, quello di un uomo che porta sul volto ciò che lo rende una
bestia, quello che lo ha nascosto agli occhi del mondo.
Lui
il Conte di Warleigh, che veste come uno stalliere, che vive recluso fra le
campagne inglesi, lontano da quella società che tanto lo decantava per poi gioire
della sua caduta.
Lei
Isabel Lloyd, con i suoi capelli rossi, con lo sguardo smarrito, ma fiero come
quella donna che un tempo ha calpestato le stesse terre, Philippa Hardy.
Due anime spezzate si riconoscono, si vedono in
mezzo a ciò che le circonda, individuano un dolore che anche se di diversa origine,
li segna, con cicatrici visibili o meno che lacerano il cuore.
Lui la Bestia e lei la Bella che riesce a
intrufolarsi nelle pieghe di un’anima spenta, fra i meandri di un castello
abbandonato a sé stesso come il suo padrone.
Lei è la rosa che potrà appassire o dar vita alle
sue sorelle, tingendo di colori un prato ormai ingiallito dal tempo.
Estelle Hunt ti rapisce nella narrazione dei suoi romanzi, descrive quei particolari rendendoti partecipe della storia.
Una
storia che non vede solo coinvolti Adam e Isabel, ma tutti quei personaggi che
rendono il quadro completo e che ti rimandano alla fiaba originale, ma che non
cambia il senso della morale: per amare gli altri bisogna prima amare sé
stessi, curare quelle ferite e accettare quella mano che ci viene tesa da chi
soffre, ma tenta di curare il dolore dell’altro, portando luce lì dove c’erano
le tenebre.
Ho paragonato questo romanzo a un giorno: l’alba
vede i suoi protagonisti innocenti, pieni di aspettative. Le ore del giorno hanno
teso loro insidie che li hanno portati a cambiare il cuore, rendendo oscura un’anima.
Quando il cielo si è coperto di stelle, Adam e Isabel hanno imparato a conoscersi,
conoscere sé stessi, capire e capirsi, fino alla mezzanotte, che completa la
giornata e li lega inevitabilmente con quel doppio filo che è il destino,
scritto chissà proprio da quel loro primo incontro, quando un uomo che si
credeva felice tendeva la mano a una bambina, la vedeva nell’indifferenza degli
altri.
Estelle Hunt non delude nemmeno questa volta, e
ti porta a sognare su una versione dark di una favola che vede e ti fa
comprendere che, le vere Bestie non sono quelle con cicatrici che li rendono ripugnanti.
Le vere Bestie sono quelle che indossano una maschera di perfezione, ma che hanno
anima e cuore sterili. I complimenti vanno all’autrice per aver creato una storia
nella storia, e per aver dato vita a dei personaggi che nelle loro imperfezioni
risultano perfetti.
A presto
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