Titolo: Rose Nere
Autore: Debora Coccoda
Genere: Romanzo
Storico
Pagine: 265
Prezzi Amazon: ebook: 2,69 - Cartaceo: € 9,99
Epoca Rinascimentale,
suolo Italico.
Due occhi verdi
brillano nell'oscurità della notte, fra i boschi della Toscana.
A volte si nascondono.
Appartengono a Emma
Beatrice Lepore, giovane donna che si distingue fra tutte le altre dame.
Possiede una bellezza
non comune tanto quanto un lato oscuro che vive dentro il suo essere.
Una spada ben forgiata
pende sempre al suo fianco ed è abile e sfacciata nel maneggiare le armi quanto
un soldato.
Talvolta fredda,
solitaria come un lupo… ma più donna di altre mille ricoperte di gioielli e
abiti preziosi.
Nel suo presente Emma
cova una vendetta legata a un passato in cui le fu tolto tutto ciò che di caro
possedeva, tranne la forza di combattere per riavere ciò che da sempre le
appartiene.
Mai completamente di
nessun uomo ma soltanto della sua libertà.
In un’epoca avvincente
fra duelli, sfide, passioni e avventure prende forma la sua storia
Lo storico si sa, rimane uno dei miei generi
preferiti, non importa il periodo trattato, che sia Medioevo, Regency, Rinascimento,
che si svolga in Italia o meno, è sempre affascinante scoprire quelle
caratteristiche che appartengono a epoche ormai lontane. Lì una donna non aveva
la libertà di oggi, e conquistarla significava mettersi contro al genere
maschile che a quei tempi era padrone indiscusso del suo presente e futuro.
Questo lo sa
bene Emma che combatte per la sua libertà e per quella vendetta verso chi tutto
le ha tolto in passato. L’autrice è stata in gamba a riportare uno sprazzo di
vita di quel Rinascimento Italiano noto nei libri di storia, soprattutto per l’amore
per l’arte che lo ha accompagnato. Il linguaggio adoperato è proprio dell’epoca,
ma su molte cose non sono stata d’accordo; proprio per questo non sono riuscita
comunque a entrare a pieno nella storia. Ci sta la voglia di libertà di Emma
che, con le unghie e con i denti, tenta di sopraffare un mondo prettamente
maschilista, ma se vuoi la liberta non passi da un innamoramento all’altro,
tutto a distanza di pochi capitoli, da donna mi è sembrata divenisse oggetto,
anche se si è ripresa sul finale. Poco si è parlato del suo passato e di quell’uomo
che le ha lasciato il più grande dono che un amore può portare; nonostante la
protagonista voglia apparire forte spesso e volentieri si arrende, cadendo
quasi nell’isteria, e in una gelosia che la porta a compiere veri e propri
colpi di testa. Sono fautrice delle emergenti, ormai è un dato di fatto, e
proprio per questo le critiche (se così si possono chiamare) spero siano
costruttive. Ho avuto la netta sensazione che mancasse qualcosa e ancora adesso
non riesco ben a capire cosa. La rivelazione che si fa sul finale avrebbe
necessitato di più importanza, invece si è conclusa, troppo in fretta.
Non se la prenda l’autrice, ma se c’è una cosa che ho imparato,
anche a mie spese è che bisogna essere il più sinceri possibili nella
valutazione di un romanzo che comunque ha delle potenzialità e proprio per
questo vale la pena migliorarlo.
A presto
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