16 settembre 2024

Recensione:- Wicked Crown - Libro Primo- di Sabrina Pennacchio











Titolo: Wicked Crown - Libro Primo

Data uscita: 22 Luglio 2024

Autore: Sabrina Pennacchio

Pagine: 242 con illustrazioni

Formato: E-Book, Cartaceo flessibile e rigido

Editore: Amazon

Collana: Romance/Fantasy

Prezzo: 2,99€ e-book / 12,99€ versione cartacea flessibile / 20€ versione in copertina rigida

𝘋𝘶𝘦 𝘙𝘦𝘨𝘯𝘪 𝘪𝘯 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘥𝘢 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘭𝘪...

Mirath è diversa da tutti gli abitanti del Regno del Sole: la sua pelle non è ambrata, i capelli non sono color dell'oro e non ha il marchio Regale delle fate sul corpo. Per questo la vita al Palazzo del Sole non è mai stata facile, lasciata sola nei meandri della Corte e costretta a farsi vedere solo se necessario. Tutto però può cambiare al raggiungimento della maggiore età, durante la cerimonia che la aiuterà a manifestare la sua reale forma e i suoi veri poteri.

𝘋𝘶𝘦 𝘢𝘯𝘪𝘮𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘳𝘴𝘪...

Kor è rimasto prigioniero per secoli, privato dei suoi poteri e di tutto ciò che aveva, anela soltanto la vendetta verso coloro che gli hanno distrutto la vita.
Con il loro incontro, la ruota del destino ricomincia a girare, portando il Regno del Sole e il Regno della Luna in un antico caos, dal quale sarà impossibile tornare indietro.


Nuova recensione per un romanzo Fantasy, un genere che ultimamente amo molto.

A fare da madrina a questo nuovo libro è un’autrice che ho già conosciuto in altre vesti.

Sabrina Pennacchio è una brava scrittrice che ben sa catturare l’attenzione del lettore.

In questo frangente narra la storia di due regni lontani e nemici, perché la smania di potere tende sempre a portare in ginocchio l’anello debole di un mondo.

È la storia della luna e del sole, della luce e delle tenebre, di una principessa– Mirath– senza regno, orfana della sua vera identità che viene tenuta prigioniera con l’illusione della libertà.

È la storia di Kor, anch’egli prigioniero, re senza corona e regno perché troppo lontano quando si è senza poteri.

È la storia di un amore che viaggia nei secoli, ingabbiato in un fiore e liberato dal sangue.

È stata una bella avventura, anche questa, ma a mio dire (opinione personale) avrei dato più spazio a un addestramento che ha reso una giovane fanciulla guerriera, avrei calcato di più la mano su un sentimento che germogliava pian piano, con il passare dei giorni.

Il romanzo rallenta in alcune parti e va troppo veloce su altre, e quei sentimenti che potevano essere amplificati si perdono nel contorno.

Ovviamente, rimane una mia modesta opinione, niente di più, quella di una lettrice che forse immaginava scene costruite diversamente.

 Tuttavia, questo non significa che la storia non prenda, e aspetto il volume successivo per capire l’evoluzione di alcune situazioni lasciate a metà.

Mi è piaciuto molto il lato grafico che Stefania ha curato, dare un volto a un personaggio è il primo gradino per renderlo reale.

Spero che le mie parole servano come incipit per l’autrice, aver cura di determinati particolari rende più vera la storia che, messa così, appare come l’antipasto che precede un ricco pranzo.

A presto 










RECENSIONE - Il Bauletto dell'Armida - di Marinella Giuni

 





L'Aurelia è morta e tutto il paese si chiede a chi abbia lasciato il suo gruzzolo: al nipote Adolfo o alla dama di compagnia Alta Grazia? Solo l'Armida, la Perpetua, con le sue stranezze, la sua furbizia e un pizzico di fortuna riuscirà a risolvere il mistero. di Marinella Giuni Negli anni '70, in un afoso paesino della Pianura Padana, alla morte della benestante Aurelia si scatena la curiosità circa il contenuto del testamento. Lo cercano il nipote Adolfo e la dama di compagnia Alta Grazia, ma nessuno ne sa nulla, nemmeno il Notaio. Il funerale si trasforma in un evento mondano durante il quale vengono a galla episodi gustosi e aneddoti sulla vita dei parrocchiani, nessuno dei quali sfugge all'occhio acuto dell'Armida, la Perpetua, che con le sue stranezze, la sua furbizia e un pizzico di fortuna riuscirà a risolvere il mistero.


Mi sono immersa nella lettura del "Il Bauletto dell'Armida" di Marinella Giuni, trasportata nel pittoresco paesino della Pianura Padana degli anni '70. Ho trovato il romanzo piacevolmente interessante già dalla trama, con le sue vicende umoristiche e i suoi personaggi bizzarri.

La storia ruota attorno al misterioso testamento della defunta Aurelia, che lascia il paese in fermento. Chi sarà il fortunato erede del suo patrimonio? Il pigro nipote Adolfo o l'astuta dama di compagnia "Alta" Grazia? 
Ecco che entra in scena Armida,  la perpetua dal carattere eccentrico, vittima anche del furto del suo amato Bauletto, che con furbizia e un pizzico di fortuna si trova a risolvere il mistero proprio nel finale.

La Giuni ci regala un affresco sociale ricco di ironia, dove il pettegolezzo è lo sport nazionale e ogni personaggio sembra avere più di un segreto da nascondere. La narrazione scorre veloce tra colpi di scena e situazioni esilaranti, mantenendo il lettore curioso fino alla fine.

"Il Bauletto dell'Armida" è una lettura che consiglio vivamente a chi ama i romanzi che sanno essere leggeri ma non banali, che ti lasciano il sorriso una volta chiusa l'ultima pagina. 
Un libro che si legge tutto d'un fiato e che saprà conquistare il lettore.

Alla prossima!





13 settembre 2024

RECENSIONE: - "La verità su Angela" - di Alessia Servidei

 



Gli incubi, nemici del suo sonno, l’unico portale verso ciò che dovrà affrontare. Angela, una rinomata psicologa, votata con il suo lavoro ad aiutare chi ha subito dei traumi profondi, non riesce più ad abbandonarsi al sonno. Ogni qualvolta che chiude gli occhi, degli incubi spaventosi corrono alla sua mente, come tanti tentacoli oscuri e densi d’inchiostro. Tutto intorno a lei diventa marcio, ogni cosa si ricopre di muffa e di un odore stantio. La verità continua a sfuggirle dalle dita, ancorandosi in profondità nel suo passato. Per la prima volta, dovrà imparare che non serve essere bravi a guarire le ferite degli altri, quando si lasciano sanguinare le proprie. Quando il dolore di una paziente diventa il riflesso del tuo, scappare non serve: le voragini del passato trovano sempre il modo di raggiungerti, buttarti a terra e ghermirti. Lasciare che l’oscurità le offuschi la mente non è mai stato così facile.


Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

Con una scrittura semplice e scorrevole, Alessia Servidei, ci introduce nella vita di Angela, un' affermata psicologa che, nonostante il successo professionale, si trova a combattere con i propri demoni interiori, specialmente dopo aver preso in cura una paziente con una storia che la scuote dall'interno.
Nei suoi sogni, incominciano a comparire scene orribili che la avvolgono e la verità continua a sfuggirle dalle dita, ancorandosi nel suo passato.

Il romanzo si sviluppa attraverso una serie di flashback che rivelano gradualmente i traumi e i segreti del passato di Angela, intrecciandosi con la sua vita presente che sembra abitudinaria e normale ma con ombre oscure nella sua mente. 

La narrazione ha una suspense non sempre costante, che tiene in bilico Angela tra la realtà e gli incubi, creando un'atmosfera nebulosa e poco chiara. Il tema della verità, che sfugge e si nasconde nei meandri della mente, è esplorato con sensibilità, portando il lettore a riflettere sulla capacità di affrontare e superare i propri fantasmi.

Un romanzo che affronta temi profondi e sensibili, ma che avrebbe potuto beneficiare di una maggiore originalità e approfondimento, il finale l'ho trovato troppo affrettato come pure il cambiamento estramamente drastico, di uno dei personaggi che non mi aspettavo. Una scelta narrativa dell'autrice che non discuto ma che a mio giudizio non mi ha convinto del tutto lasciandomi con un po' di amaro in bocca. La base c'è, sicuramente con piccoli accorgimenti e correzioni, sono sicura che potrà diventare un opera degna di nota.

Alla prossima!








05 settembre 2024

RECENSIONE - "DAMNATUS" - di M. D. Ferres

 



DAMNATUS
di M. D. Ferres

Genere: Dark Fantasy
Editore: Self publishing
Data d'uscita: 17 Febbraio 2023
Pagine: 361
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo flessibile 14,50
cartaceo rigido 19,00

A New York, Guardiani e creature sovrannaturali continuano a collaborare nel tentativo di anticipare le mosse della setta di Elon. Yamir, ripresosi dallo scontro, è determinato a liberarsi della presenza che ha invaso la sua mente da qualche settimana. Ma non sa che essa rappresenterà ben più di un fastidioso incidente di percorso.
La Voce, infatti, renderà il negromante prigioniero di un legame indesiderato e senza via di fuga. Eppure, quando la situazione precipita e il Caos sta per travolgere il mondo umano, si rivelerà un prezioso aiuto alla squadra, permettendogli di mettersi sulle tracce di Hakon e Miriam, svaniti nel nulla durante il loro soggiorno in Italia.
Ma Yamir è sempre più vicino al baratro, la sua anima sull’orlo della dannazione eterna. Dovrà scegliere se soccombere all’oscurità delle ombre o all’intruso che si è impossessato del suo cuore
.

Ed eccoci arrivati al quarto volume della serie "La stirpe del caos".
Come negli altri, mmergersi nelle pagine di "DAMNATUS" di M. D. Ferres è come entrare in un vortice di emozioni e avventure che trascendono la realtà. 
Questo romanzo, ci porta nel cuore pulsante di New York, dove Guardiani e creature sovrannaturali sono uniti in una lotta senza quartiere contro una setta oscura.

La narrazione è fluida e coinvolgente, con personaggi ben delineati che crescono e si evolvono pagina dopo pagina. 
Questa volta la storia è incentrata sul necromante, Yamir, che affronta una battaglia interiore tanto quanto quella contro i nemici esterni, lottando per liberarsi da una presenza che minaccia di soffocare la sua mente. La sua resilienza e la sua determinazione sono un faro di speranza in un mondo dove il caos sembra regnare sovrano. Con un rito riesce a far uscire il parassita, scoprendo con sorpresa che si tratta di una demone succubus, che gli fa tornare in mente ricordi lontani.

Posso dire senza dubbio che la Ferres ha un talento speciale nel descrivere scene d'azione vibranti che sembrano quasi balzare fuori dalle pagine. Allo stesso tempo, non mancano momenti di riflessione profonda che invitano il lettore a considerare temi universali come il sacrificio e la redenzione. Non mancano anche qui scene di sesso esplicito, che non offuscano il resto della trama, perché sono inserite al punto giusto senza strafare.

 Con una scrittura ricca e immaginifica, Ferres ci regala una nuova avventura, con un finale che apre le porte al volume successivo.

Per chi cerca una lettura che sia avvincente e significativa, "DAMNATUS", come tutti i libri della serie, è una scelta che non deluderà. 
Un viaggio attraverso l'oscurità alla ricerca della luce.

Alla prossima!









RECENSIONE - Vendetta all'ombra della Mole - di Costantini & Falcone

 



Torino, 1900. Mancano pochi giorni all'apertura della prima Mostra dell'Automobile. L'industriale Rodolfo Pinto chiama nel proprio palazzo amici e parenti per festeggiare il sessantesimo compleanno e la presentazione della nuova Pinto-Rowland 2,8 cv. Tra gli ospiti, il professor Giacomo Artom, noto criminologo, e l'affascinante medium Madam Bastet. Sarà sotto i loro occhi che i segreti della famiglia Pinto si dipaneranno fino a portare all'omicidio del dissoluto aristocratico, colpito alla testa da una statuetta del dio Anubi portata in dono dal direttore del museo egizio Ernesto Schiaparelli. Sarà la sedicente medium a demolire le certezze del criminologo scoprendo l'assassino di un uomo che tutti avevano motivo di odiare.



Vendetta all’ombra della Mole, romanzo scritto a quattro mani da Laura Costantini e Loredana Falcone, è un giallo ambientato nella Torino del 1900, dove nel ricco palazzo dei Pinto si consuma un delitto.

La narrazione è divisa in due parti: nella prima conosciamo tutti i personaggi che si riuniscono a palazzo perché invitati per il festeggiamento del sessantesimo compleanno del padrone di casa, Rodolfo Pinto il quale vuole anche inaugurare la sua nuova auto Pinto-Rowland e trovare moglie per il figlio Filippo. Il ventaglio di caratteri che il romanzo ci mostra è vario: Rodolfo Pinto l’industriale simbolo della borghesia arricchita, ma che per avere un titolo nobiliare ha dovuto legarsi in parentela con un essere spregevole come il conte (decaduto) Aliberto che ne è divenuto genero e anche parassita; Letizia moglie di Aliberto che deve subire continue angherie dal marito; Filippo, l’ultimogenito di Rodolfo con un segreto custodito nel cuore; Francesca nuora di Rodolfo e vedova insidiata dall’odioso Aliberto; intorno gravita la silenziosa e fedele servitù che conosce magagne, vizi e virtù dei suoi signori: il maggiordomo Felice e la governante, la signora Rizzato. Ci sono anche gli ospiti: il criminologo Giacomo Artom e la medium Madame Bastet che svolgeranno le indagini sull’omicidio nella seconda parte del romanzo; l’ingegnere Eligio Berti, ideatore dell’automobile Pinto-Rowland, e diversi altri.

I tipi e i caratteri sono tutti ben costruiti nella loro unicità, con ipocrisie e rancori annessi, e ciò si sprigiona durante le indagini, quando ognuno avrebbe avuto ottimi moventi per uccidere Aliberto. A proposito delle indagini due sono le figure di rilievo: il criminologo Artom che si basa sulle discutibili teorie fisiognomiche di Cesare Lombroso e sulla capacità di analisi, a suo dire, tutta maschile per stanare il colpevole, e Madame Bastet, medium o sedicente tale, che in realtà è una donna di mondo, scaltra e calata nella parte di dama, femminilmente arguta e che, a dispetto della tanto decantata capacità investigativa maschile del professor Artom, sarà la prima a trovare il bandolo della matassa.

Altrettanto ben costruita l’ambientazione e il linguaggio entrambi adeguati al periodo del primo ‘900 e al ceto nobiliare.

Ottimo.