03 ottobre 2024

RECENSIONE - Non avrai altra donna all'infuori di me - di Antonio Chirico

 



1923. C’era stata l’esplosione di tre colpi di rivoltella alla chiusura della farmacia D’Andria. Il morto prima di perdere i sensi era riuscito a ripetere più volte: «i miei cugini mi hanno ucciso.» Venti minuti dopo si era proceduto a un arresto. Due contadini, infatti, si erano imbattuti in uno strano figuro, che procedeva strisciando lungo i muri delle case. Uno dei due era rimasto a sorvegliarlo, mentre l’altro era corso ad avvertire le forze dell’ordine. Quando un carabiniere era giunto sul posto aveva appurato che si trattava di una donna travestita da uom Il giudice istruttore Francesco Giove giunse a Torre Santa Susanna convinto che avrebbe sbrogliato facilmente la matassa. Non sapeva che ne sarebbe rimasto irresolubilmente imbrigliato.




Romanzo storico tratto da una storia vera, ambientato a Torre Santa Susanna, campagna pugliese, anno 1923.

Sono circa le 21,30 - il Dott. Pietro Caramia, medico condotto, viene colpito da tre pallottole: le sue ultime parole “sono stati i miei cugini”.
Invece, rea confessa dell’omicidio è Costanza Caramia, cugina della vittima, da lui sedotta quand’era quindicenne e abbandonata con un figlio mai riconosciuto.

Le indagini sono una vera e propria commedia pirandelliana, quel vicolo dapprima buio e silenzioso si trasforma in un palcoscenico e presso la caserma dei carabinieri si presentano tutti i cittadini del piccolo paese, recitando ognuno il proprio copione.
Per affermare tutto e il contrario di tutto.
Chi dichiara di aver visto o sentito qualcosa poi ritratta, viceversa, chi non sapeva nulla improvvisamente ricorda.

Ho trovato questo romanzo storico molto interessante perché offre uno spaccato di vita dell’Italia del Sud, una comunità rurale, in epoca fascista.
L’alfabetizzazione praticamente assente (molte parti del libro sono scritte in dialetto e questo è un elemento positivo - rende ancor più vero il racconto – ma anche un punto debole per l’insufficiente traduzione)

Una società maschilista nella quale però la donna rivestiva un ruolo importante, gli uomini erano succubi del fascino e della bellezza femminile, dinnanzi ai quali il loro raziocinio ne usciva compromesso.
La donna aveva il dovere di mantenere alto l’onore della famiglia e doveva difendere la sua reputazione.

L’ultima riflessione è il significato che si vuole attribuire alla parola giustizia: il delitto coinvolge l’intera famiglia Caramia e due sono le fazioni, chi condanna Costanza per l’omicidio e chi invece l’assolve, per aver vendicato il torto subito.

L’arringa finale dell’avvocato di Costanza è un capolavoro di retorica, un plauso a cotanta abilità.






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