Devo essere sincera, sono rimasta
un attimo spiazzata da questo romanzo.
E non perché la storia non sia
bella, ma per il tema trattato.
Era la prima volta che leggevo
qualcosa sugli Amish e ne sono rimasta affascinata e insieme turbata.
È strano pensare che, ci siano
comunità di persone che hanno preferito continuare a vivere come se il tempo si
fosse fermato.
Famiglie che arano campi, vivono
senza elettricità e indossano abiti che richiamano altri tempi.
Gente che considera la semplice
attrazione verso un uomo un peccato.
Qualcosa per cui non meritano l’attenzione
di Dio.
Mi sono per un attimo messa nei
panni di Lion che, abituato alla modernità,
si è trovato a fare mille passi indietro per adeguarsi allo stile di vita degli
Amish.
Ma tutto diventa un mezzo per raggiungere uno scopo.
Lui lo sa bene, spontaneamente ha preferito fare un passo
indietro, per un suo riscatto, per chiudere con il passato, ma non aveva tenuto
conto di lei: Eve.
Della sua purezza, di quell’ingenuità che la fa apparire
come il frutto proibito da cogliere.
Mi è piaciuto? Sì.
Finalmente ho letto qualcosa di diverso, e mi sono
scontrata con una cultura che non è poi tanto lontana da noi.
Niente fantasie, ma realtà che ancora sussistono al
giorno d’oggi.
Un po’ l’invidio quelle persone, lontano dai media dal
caos quotidiano, ritrovano in parte se stessi a contatto con l’essenziale.
Le regole rigide sono ben altra cosa, ma la domanda reale
è:
Quando due mondi così diversi si scontrano cosa ne può venire?
La risposta l’ha data l’autrice, immaginando una storia
fra due persone appartenenti a realtà così diverse.
È stato come fare un salto nel passato portandosi dietro
tutta la memoria della contemporaneità del presente.
Ci sono state tante sensazioni che mi hanno accompagnato
in questa lettura.
Mi sono emozionata davanti a un sentimento come quello
dei due, arrabbiata con quelle regole che comunque negano la libertà.
Sono stata in un certo senso orgogliosa delle scelte di Eve,
e mi sono commossa per il passato che grava sulle spalle di Lion.
Era tutto nuovo e faccio i complimenti all’autrice per aver osato, per lo studio che c’è dietro al suo romanzo, e per aver aperto uno spiraglio su una cultura su cui, forse, non ci siamo mai soffermati più di tanto.
A presto
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