Sono abbastanza fiscale quando si
parla di paranormal, forse perché è una delle mie letture genere preferite, perché appartiene
a quel genere che ti fa staccare la spina dal mondo “normale”, per catapultarti
lì dove tutto diventa possibile.
E mi dispiace ammettere che qui, in questo romanzo, ho visto poco di paranormale.
A mio avviso la storia avrebbe
potuto essere approfondita o semplicemente rivista in più e più parti.
Quando si presentano dei
personaggi, che comunicano con il mondo dei morti, non ci si limita solo al: ho
fatto passare molte anime oltre.
Quel passaggio lo fai vivere, lo
fai vedere perché è il cuore pulsante della storia e di chi ha quel dono.
Le domande sorgono spontanee
davanti a queste mancanze:
Che cos’è quest’oltre? Chi sono
queste anime che raccontano di vite vissute e finite?
Nel paranormal il termine: Show, don't tell ("Mostra,
non raccontare") assume a pieno il suo significato.
Al di là della storia d’amore, al
di là di un uomo e una donna che fanno un sogno che li porta a incontrarsi, c’è
il lato paranormale che va curato a 360°.
Qui a parte un paio di apparizioni
non ho visto altro.
L’inspiegabile deve essere spiegato dall’autore
al lettore che cerca la verità di chi la scrive, ma che non è assoluta.
Mi dispiace, amo essere diretta, e spero che l’autrice non me ne voglia.
Il mio rimane comunque un parere oggettivo, di
chi forse ama molto questo genere e lo ha letto in tutte le salse.
A presto
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