Bastano pochi secondi perché la vita cambi e inizi a seguire strade diverse da quelle che le persone immaginavano per se stesse; in “Parentele di cuore” questi pochi secondi sono quelli dell’esplosione di un palazzo a causa di una fuga di gas. I suoi abitanti devono fare i conti con i proprio destino di perdita degli affetti più cari. A questo punto le tre famiglie protagoniste e colpite dalla sventura, si trovano a vivere, grazie alla generosità del padrone di casa, sotto lo stesso tetto strette fra loro da legami di varia natura: lavoro, amore, amicizia.
La convivenza non risulta facile poiché mette in risalto le caratteristiche di ognuno: le turbe adolescenziali di Marta che si scontrano con la sofferenza di Stella la quale si trova da sola a crescere la figlia covando nel cuore il rimorso di non aver saputo approfittare dei momenti offerti dalla vita per far pace , al posto di continui dispetti e ripicche, con il marito ormai morto nell’esplosione; l’ipocrisia e la meschinità di Quintino che odia il figlio Filippo ed è un perfetto parassita della società; il senso di colpa di Filippo perché si vergogna del proprio padre e perché non soffre per la morte della madre anaffettiva, ma che è tutto proiettato sul suo unico amore: Michele, figlio del padrone di casa.
C’è la gelosia, l’invidia, la rabbia, l’egoismo. La vita condivisa in questa modalità di provvisorietà, inoltre solleva il velo a segreti e tradimenti che destabilizzano il già precario equilibrio di questi cuori colpiti dal dolore e dal senso di colpa per cui essi giungono a un punto di non ritorno: nasce, finalmente, la voglia di cambiamento: tutti i protagonisti operano una svolta e “ crescono” e dei loro errori prendono coscienza e rinascono migliori di prima.
Le descrizioni dei sentimenti rende chiaramente tangibile come i personaggi si sentano, sono battute che, nonostante il momento drammatico narrato, ti strappano la risata immaginando la scena.
Ho amato principalmente la figura di Pina, la governante, così semplice, ma nello stesso tempo fondamentale collante (con le sue origliate!) fra le diverse figure che abitano la villa Morandini. I personaggi sono “veri”, ben caratterizzati.
Piacevole romanzo, molto denso nonostante l’apparente semplicità.
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