21 febbraio 2022

RECENSIONE: - "Il mattino ha due facce" - di Giada Rotundo






Al termine della Prima Guerra Mondiale Anna è ospite di un istituto per orfani. Enrico Cadei ne è il fondatore, ma prima del conflitto era anche a capo di un atelier di alta sartoria. In occasione della riapertura dell’atelier indice un concorso che permetterà alle partecipanti di guadagnarsi un impiego al suo interno. Un'improvvisa tragedia scuote l'evento e i suoi protagonisti, creando un'ombra che si anniderà tra le pieghe degli anni, del destino stesso.


Nulla è come sembra e questo romanzo ne è la prova, ad una prima lettura chi si accosta a questo libro crede di trovarsi di fronte ad una storia d'amore che si sviluppa nel tempo ma si tratta soprattutto di un racconto che si muove sul filo dell'horror e del paranormale. Le atmosfere infatti ricordano il romanzo gotico con qualche pennellata che ci riporta ad Edgar Allan Poe. Ho apprezzato le minuziose descrizioni ambientali che mi hanno permesso di immergermi completamente nel libro che un viaggio nel labirinto mentale nelle due protagonisti, Anna e Linda. Due donne così diverse ma anche simili nella voglia di riscatto e di trovarsi un posto nella società. Fabrizio è un uomo, un padre che aveva bisogno d'amore. Ho apprezzato la scrittura di Giada Rotundo anche se i cambi temporali spesso sono stati "faticosi" ma hanno permesso di comprendere a fondo la storia chiudendo il cerchio che si era aperto all'inizio del romanzo. 

Giada con questa sua opera ci fa capire che horror e mistero non sono sempre sinonimi di sangue e creature mostruose.








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