29 novembre 2024

REVIEW PARTY - Un coffee per due - di Len McCabe e Kris Hamlet

 



Titolo: Un coffee per due

Autore: Len McCabe, Kris Hamlet

Editore: self

Genere: workplace romance

Sarà presente su Kindle Unlimited



Sono Grace Wells, anonima impiegata.

Il mio capo ha deciso che sono pronta per un incarico più impegnativo con tanto di promozione finale.
Dal mio punto di vista, ho finalmente la possibilità di liberarmi della pressione familiare.
Il mio unico obiettivo è il licenziamento.
Ma non avevo messo in conto lui, l’ambizioso ingegnere.
Thomas Clark.
Il nostro primo incontro è stato un fuoco d’artificio, il secondo una doccia, ed era solo l'inizio...
Questa è la nostra storia.
Mettetevi comodi, ma fate attenzione al caffè!




Altro Review Party, altro quattro mani che mi ha davvero entusiasmato.
La Hamlet e la McCabe hanno dato vita a un incastro perfetto.
Lo stile narrativo ineccepibile, la dinamicità degli eventi e i dialoghi accessi sono stati esilaranti.
Avrei preferito forse un po’ più di calma su alcune scene, ma per gustare meglio entrambi i protagonisti. Thomas e Grace, che insieme hanno fatto scintille.

Lei una nuova Bridget Jones, allegra nonostante il peso di una famiglia che non la ritiene mai abbastanza. Ma Grace sorride, sempre.
La sua lingua sa essere dolce e affilata, le sue mani sanno lasciare una carezza anche se, magari, è meglio evitare di lasciarle un bicchiere contenete qualsiasi liquido in mano.

E poi Thomas, la bellezza e il fisico di Clark Kent, l’uomo che vuole diventare qualcuno per quella famiglia che gli ha dato tanto.
Superman e una Catastrofe, un connubio perfetto che insieme vi porteranno fra progetti, discoteche, spiagge, in un’altalena di emozioni che passano dalla dolcezza alle risate alla rabbia.

Una scrittura coordinata, incastrata, non distingui una mano dall'altra.
Il bello del quattro mani, a dimostrazione che la complicità fra le autrici esiste eccome.

Se avete voglia di una lettura rilassante e divertente, lo consiglio vivamente.
Attenzione però, Grace è contagiosa quindi, al termine del romanzo, evitate di prendere tazze di caffè in mano, potreste macchiare
le camicie linde del vostro compagno. 

A presto







RECENSIONE - Un amore in tazza grande - di Roberta Marziota

 




Titolo: Un amore in tazza grande
Autrice: Roberta Marziota
Genere: romance contemporaneo, autoconclusivo
Collana editoriale: InSpire - Gruppo PubMe
Data uscita: 28 novembre 2024
Costo: ebook 2,99€ -
Cartaceo in via di definizione


Brie Brooks è solare e allegra. Vive in una famiglia felice e gestisce la sua tisaneria
in un piccolo paesino del Maine. La sua vita scorre tranquilla su binari prestabiliti.
Sebastian Moore è un cittadino del mondo, veste sempre di nero e non si affeziona
né ai luoghi né alle persone. Non sa mai cosa farà e dove sarà il mese successivo ma
nei libri trova la sua serenità.
Cosa succede quando due persone così diverse si incontrano per errore e sono
costrette a condividere il loro tempo? Scopritelo tra un infuso e una tisana, circondati
dal foliage autunnale e dalle prime luminarie di Natale.

Lo stile avvolgente dell'autrice coccola il lettore come se fosse seduto in poltrona con un plaid, una tazza grande e il suo romanzo preferito.



Nell’immaginario paesino di Ginger Town, nel Maine, Brie Moore, appassionata da sempre delle proprietà delle spezie e delle erbe aromatiche, ha realizzato il suo sogno: aprire una tisaneria che chiama Garden Bloom. Convinta che il saper preparare infusi e tisane sia “un’arte magica” che “ha il potere di giocare con l’umore delle persone fino a toccare le corde più profonde dell’anima”, Brie si dedica anima e corpo alla sua attività al punto di non aver un momento libero per se stessa. Ci pensa il suo catastrofico fratello Kale che le rimedia un commesso in prova per tre settimane, Sebastian.

Nel libro si respira aria prenatalizia grazie alla Gingerfest, la festa che coinvolge tutto il paesetto e a cui i commercianti, compresa Brie dovranno partecipare.

I personaggi sono deliziosi e contribuiscono a rendere ancora più pittoresco il paese di Ginger Town: le tre signore anziane, vecchiette curiose che con le loro chiacchiere ci ampliano la conoscenza sugli altri personaggi abitanti del luogo; Olive Blossom, la scrittrice di successo nonché mamma orgogliosa di Brie; Mason il fidanzato-non-fidanzato di Brie che risulta con le idee molto chiare sul fatto di voler sposare Brie perché… “esteticamente combaciano alla grande”! Il personaggio da me più amato e stato, però, quello di Sebastian che dietro l’apparenza del tipo tosto e menefreghista nasconde un animo gentile. È garbato con le persone che entrano in tisaneria e, anche se non condivide quella degli infusi e delle tisane come arte, la rispetta perché impara a rispettare Brie e la sua dedizione al suo lavoro. Sebastian è un giovane uomo senza radici, che soffre per questo ma non lo dice a nessuno, tra l’altro si è ormai talmente abituato a vagabondare che non ne potrebbe fare a meno. Appena qualcosa non gli va più, fa la valigia e va via. La famiglia di Sebastian ha sempre vissuto tutta separata e sparsa per il mondo pur amandosi, ma lui ha visto e “sentito” il dolore silenzioso di sua madre per questa condizione e si autodefinisce “salvato” dalla cattiva strada grazie ai libri di Olive Blossom, di cui lui è un lettore accanito, perché durante l’adolescenza gli hanno trasmesso l’affetto e l’amore che gli è mancato lontano dai suoi. Le radici lo spaventano, eppure a Ginger Town nasce una certa nostalgia di esse, un certo languore perché “la gente di paese ha qualcosa di speciale, una felicità nello sguardo che trasmette serenità a chiunque incontri”. Sebastian, pur avendone al contempo paura, sogna per sè il lieto fine con un grande amore e un posto stabile da chiamare “casa”. Un personaggio più profondo degli altri il quale, pur avendo dentro queste lotte interiori, risulta sempre sorridente, simpatico e con la battuta pronta.

Lettura amabile e scorrevole.







28 novembre 2024

RECENSIONE - When september ends - di Eleonora Musella

 



Titolo: When September ends

Autrice: Eleonora Musella

Pagine digitale: 241 Pagine cartaceo: 393

Prezzo: € 2.99 Ebook; € 12,80 cartaceo

Data di uscita: 30 Ottobre 2024



A ventisette anni, Grace conosce poco del mondo e persino di New York, la città in cui si è trasferita dalla California. Timida e abitudinaria, gestisce una libreria a Manhattan, sogna di diventare una scrittrice e di incontrare un uomo che sia come Mr. Darcy. 

Ogni piano romantico viene infranto da Logan: occhiali scuri, giubbotto di pelle, sigaretta sempre accesa e linguaggio piuttosto disinvolto. 

Grace è a dir poco seccata. Come si permette quel tipo di invadere la sua privacy e di disturbarla mentre scrive di Jane Austen su una panchina di Central Park? 

E chi gli ha dato l’autorità per leggere il suo saggio e fare commenti sulla sua scrittura?
Ma soprattutto: perché un tipo del genere sembra conoscere la letteratura inglese persino meglio di lei, che ne è una vera appassionata?
Grace vorrebbe lasciar stare ma, come tutti quelli che vivono per i libri, non può fare a meno di sentirsi incuriosita da quell’uomo enigmatico e pieno di contrasti, non può fare a meno di immaginare di vivere una storia da romanzo.
E Logan ha intenzione di darle proprio questo: una storia da romanzo.
Ma non proprio quella che Grace si aspetta.

 

È la prima volta che leggo l'autrice, uno stile lineare con una prosa molto dolce.

Il romanzo è un inno a quelle seconde possibilità che la vita ci offre, anche incontrando chi appare come colore in un mondo grigio.

Grace la sognatrice, quella che si perde fra i romanzi che anche io tanto amo.

Jane Austen e le eroine che descrive in quei tomi che possono divenire un regalo da sfogliare nei momenti bui.

Lei è la sua insicurezza, la goffaggine e la bellezza che incanta e strega chi gli occhi li vuole coprire.

La romantica che cerca il Mr. Darcy della sua vita e di certo non si aspetta di trovare lui: l'indolente Logan.

La sua nemesi a prima vista, che si nasconde dietro le lenti scure dei suoi occhiali, che vive la vita come se fosse ogni giorno l'ultimo, quello arrabbiato con Dio.

 Lo stesso essere superiore che, quando decide di manifestarsi, lo fa in diversi modi, anche donando un po’ di colore rosso mentre il cielo sulla sua testa è grigio.

Ci sono state parti di questo romanzo che sono diventati poesia, mi è piaciuto come sono stati costruiti i personaggi, quei comprimari che racconteranno altre storie.

Un finale commuovente dove l'amore porta a delle scelte, delle rinunce che non sono capite dall'altro, non fino in fondo, non fino a che ci si rende conto che quel sentimento, in alcuni frangenti, è aria, vita, colore.

Un’unica nota dolente ha spezzato l’incantesimo: i dialoghi e informazioni, alle volte, troppo eccesive.

Accompagnare la battuta con una reggente esterna, dare dinamicità allo scambio di parole fra due persone, anche attraverso un movimento, un vezzo, un semplice gesto, rende il romanzo fluido.

Senza intoppi, senza quella necessità di dover tornare indietro per capire chi ha detto cosa.

Le infodump allontano il lettore dal fulcro del romanzo, dalla sua essenza, distogliendolo dalla storia che è originale, e molto bella.

A mio dire (ovviamente è il mio parere personale), sono stati questi gli unici nei del romanzo che sicuramente merita, ma che avrebbe potuto senz'altro rendere di più.

A presto






RECENSIONE - Storia di Ninì e altre facezie - di Elisabetta Magnani

 



N, ovvero Ninì, ovvero Nera, figlia di emigranti è un’emigrata lei stessa. Partendo dall’infanzia, nello sviluppo delle figure del padre e della madre, del caos della loro casa si delinea il carattere di Ninì, sempre tesa alla ricerca di un nuovo ordine. Sarà l’incontro con Accio, il cappellaccio, dopo una girandola di eventi surreali che cambieranno il ritmo della narrazione, a portarla a una nuova consapevolezza di sé e al conseguente raggiungimento delle sue aspirazioni.

Storia di Ninì e di altre facezie è un racconto diviso in due parti la cui protagonista è, appunto, Ninì. La prima parte ci presenta la famiglia il nucleo in cui si è formata Ninì: figlia di emigrati, bambina e ragazzina “strana”, preferisce la compagnia dei gatti a quella delle amiche e riesce a vivere bene, nonostante la infastidisca il caos continuo di una casa disordinata e la protezione esagerata dei genitori, grazie alla sua fantasia e alla sua ironia guardando quasi con distacco il mondo che la circonda e rifugiandosi nel sogno di diventare, dopo l’Università, una scrittrice famosa e di andare a Parigi. Questa prima parte del racconto, coincidente con la prima parte della vita di Ninì, sembra quasi un’attesa del “dopo” che verrà, quello del sogno realizzato.

La seconda parte è quella “magica”, surreale. Ninì è, finalmente, a Parigi, la Parigi che ha sempre sognato, quella di autori importanti che lei ama e che ha studiato, come Maupassant, ma soprattutto Stendhal verso il quale ha una predilezione particolare. Come Stendhal quando iniziò a viaggiare, così Ninì si sente ebbra, entusiasta di essere nella città artistica per antonomasia. Si sente libera, finalmente, di esprimersi senza limiti anche grazie a una insolita sorta di storia d’amore con un cappellaccio del quale si ritroverà a non poter più fare a meno perché l’attira, perché, indossato, la rende più bella, più viva: “(…) vide il suo riflesso nella vetrina di un cafè. Notò i suoi occhi, non li aveva mai visti così. Sotto la falda avevano acquistato intensità (…). La forma del cappello (…) completava perfettamente il viso” e finalmente “non si sentiva più trasparente (…)”. Ma Accio (il nome che Ninì dà al cappello) fa di più: le trasmette un certo furore, una certa vertigine che la sprona a vivere con sfrontatezza esperienze che non avrebbe mai avuto il coraggio neanche di pensare, avventure surreali; le fa da guida nello scrivere in modo impetuoso ed esaltato pagine e pagine della sua futura opera.

Mi è parso di cogliere nel racconto, un certo parallelismo, o identificazione, tra la figura di Ninì e quella di Stendhal con le dovute trasposizioni: per lui il paese della bellezza e del piacere di vivere era l’Italia, per Ninì è la magica Parigi; entrambi, prima di spiccare il volo dalla casa di famiglia, sono alla ricerca della felicità travolgente e tutti e due vivono l’esperienza di una condizione emotiva molto coinvolgente che li tuffano in una sorta di estasi.

Poche pagine ben scritte.

Lettura apparentemente semplice, ma ricca.










27 novembre 2024

RECENSIONE - Mistletoe Kiss - di Francesca Palamara

 



Titolo: Mistletoe Kiss

Serie: Christmas at stowe vol. 1 

Autrice: Francesca Palamara

Editore: Self publishing

(Autoconclusivo, ogni storia si potrà leggere indipendentemente dalla precedente)

Tropes: Christmas novel, smalltown, Love at first (amore a prima vista), Secret, Family.

Hashtag ufficiali: #Mistletoekiss #Christmasatstowe

Natale per Holly sono le festività che vive a Stowe, quello che più desidera sono l’odore della neve che cade, i mercatini di Natale, il villaggio che si anima intorno alle infinite luce sfavillanti del paese che lei decora.
L’arrivo provvidenziale del nuovo vicesindaco però le fa provare sentimenti sopiti da tempo e sa che è il momento di scegliere tra ciò che ha sempre desiderato e i suoi sogni mai realizzati.
Dylan non sa nemmeno cosa significhi la parola Natale. La sua vita è tutta nel laboratorio scientifico dove studia esemplari marittimi in estinzione.
Detesta il periodo delle feste con ogni fibra del suo essere, questo fino a quando non si ritrova catapultato in un villaggio che sembra voglia essere la riproduzione del Santa Claus village in Lapponia.
Quando però si scontra con la bella Christmas Decorator sa di non avere nessuna possibilità, perché al cuore non si comanda.
Allora si ritroverà a scegliere tra restare o tornare alla sua vita di sempre, sapendo che se c’è qualcosa che può sovrastare l’eco dell’orgoglio quello è proprio l’amore.

«Dammi una ragione per restare.»
«Io. Dovrei essere io la tua ragione.»


Bentrovate anime belle, oggi vi parlo di "Mistletoe Kiss" di Francesca Palamara, un romanzo che unisce la dolcezza delle tradizioni natalizie a una storia d'amore appassionante e coinvolgente.
Ambientato nella piccola cittadina di Stowe, nel Vermont che diventa lo scenario perfetto per assistere al risveglio dei sentimenti di Holly, una donna delusa dall'amore e che ha dedicato la sua vita all'organizzazione degli eventi natalizi. L'arrivo del nuovo vicesindaco, Dylan, sconvolge la sua routine e le fa provare emozioni che credeva ormai dimenticate.

 La narrazione è fluida e coinvolgente, con dialoghi vivaci e personaggi ben delineati. Holly è una protagonista con cui è facile empatizzare, mentre Dylan aggiunge un tocco di intrigo e fascino alla storia.
La loro storia d'amore è delicata e appassionata al tempo stesso. La loro relazione si sviluppa in modo graduale e autentico, con a volte, scambi di battute, che fanno sorridere.
Inoltre, i personaggi secondari, come la famiglia di Holly e gli abitanti del paesino, arricchiscono la trama con le loro storie e contribuiscono a creare un senso di comunità e calore.

"Mistletoe Kiss" è il romanzo perfetto per chi ama le storie d'amore natalizie, ma anche per chi cerca una lettura leggera e piacevole. Se amate l'atmosfera delle feste natalizie e le storie che fanno sorridere e commuovere, questo libro fa al caso vostro.

Buona Lettura!



26 novembre 2024

RECENSIONE - Se l'amore fosse un desiderio (Bride to be Series Vol. 3) - di Emma Mei





Titolo: Se l'amore fosse un desiderio (Bride to be Series Vol. 3)

Autore: Emma Mei 

Pubblicato: Self publishing  
disponibile solo su Amazon e presente nel catalogo Kindle Unlimited 

Data uscita: 21 ottobre 2024 

GenereRomanzo Rosa, Contemporary Romance

Trope: contemporary romance -  Slow burn  - Amore non corrispostoDoppio pov- -Autoconclusivo
Dopo essersi laureata in architettura d’interni, Rachel si trasferisce a Portland, lontano dalla sua famiglia. Dolce, timida e riservata, ama la solitudine e il silenzio.
Tom è il suo opposto: estroverso, socievole e sempre pronto a divertirsi.
La prima volta che vede Rachel, Tom prova un colpo di fulmine, ma decide di nascondere i suoi sentimenti, accontentandosi di essere solo il suo migliore amico.
Se l’amore fosse un desiderio, Tom lo bisbiglierebbe alle stelle ogni sera e lo confiderebbe al sole al suo sorgere.
Quando un’inaspettata premonizione accende in lui una flebile, quanto assurda speranza, sarà così folle da credere che l’universo abbia realmente ascoltato il suo desiderio?

Terzo volume della Bride to be Series, ritorna Emma Mei affermandosi per l’autrice preparata e delicata che io ho sempre ammirato.

L’ho conosciuta con il suo primo romanzo, Non smette di piovere, che ho letto più volte in questi anni.

Emma è fine nella sua scrittura, l’esempio di come non necessitano scene spicy per rendere un libro bello.

Una storia che è più un viaggio in se stessi, in quei sentimenti contrastanti che si mettono da parte per amore di qualcuno.

Tom, l’ho amato, la sua pazienza, la sua vicinanza a una donna che non comprende appieno cosa possa nascondersi dietro il suo migliore amico.

 Lui che è sempre presente, una costante nella vita di Rachel, con le sue insicurezze, con quell'ingenuità non artefatta.

Loro e Emma, la sensibilità della sua scrittura, la capacità di regalarti emozioni e occhi lucidi.

Non amo parlare della trama nelle mie recensioni- trama a cui non si può dire A per come è stata costruita- mi piace parlare di ciò che lascia un romanzo e qui posso solo dire: dolcezza.

Ritroviamo quei personaggi che hanno fatto da protagonisti nei precedenti romanzi, fanno da corona a quella coppia destinata ad appartenersi, perché due anime trovano sempre il modo di ritrovarsi.

I pensieri, la confusione, l’amore incondizionato di Tom, te lo senti addosso.

Mi sono più volta trovata a sorridere davanti ai gesti di un uomo che è spinto dall'amore, che soffre per questo sentimento.

Una cura nel testo maniacale, perfetto dai dialoghi ai cambi scena, nulla viene lasciato al caso.

I romanzi di Emma sono fatti di tanti pezzi di puzzle che una volta incastrati danno origine a un quadro perfetto.

Brava Emma, continua a regalare queste sensazioni, continua a far parlare i tuoi personaggi e continua a far sognare le donne romantiche che credono ancora nel principe azzurro che assiste le principesse un po’ addormentate.

A presto

 





RECENSIONE - Qui la 'ndrangheta ha perso - di Marco Catto

 


Buccinasco, anni Novanta. Tre bambini coltivano la loro amicizia tra partitelle di pallone, gare con le macchinine e pomeriggi passati a giocare ai videogame. Un legame in apparenza indissolubile, fino a quando tra le maglie dello stesso non si insinua un mostro, che non è una creatura fantastica ma comunque qualcosa di poco tangibile e di ardua comprensione. Specialmente se lo si prova a guardare con gli occhi di un ragazzino. Sono stati gli adulti a dargli un nome. Una parola strana, difficile da scrivere e da pronunciare, con la quale i protagonisti di questa storia si troveranno, loro malgrado, a doverci fare i conti. Un nome tremendo: ’ndrangheta.

Ci sono cittadine dell’hinterland milanese nelle quali la vita quotidiana scorre serena.
Sono piccoli centri dotati di tutto, scuole, negozi, farmacie, banche: ogni cosa è comoda e accessibile.
La gente si sente sicura, i bambini sono liberi di giocare nelle piazze e nei cortili, i genitori sono tranquilli, si sentono protetti.
Spesso quella protezione ha un nome che non si pronuncia mai, circolano voci, chiacchiere e sottintesi per la presenza di una o più famiglie “di giù”, ma nessuno parla apertamente.
I bambini crescono assieme, ignari delle voci e, soprattutto, nella certezza di condividere le stesse cose, la scuola, i giochi, la famiglia, oltre i sogni per quell’alone di mistero che circonda il loro futuro.
Invece per qualcuno non è così: arriva l’età della maturità ed esplode forte l’appartenenza alla famiglia d’origine nel rispetto di un legame di sangue che non può essere spezzato. E tutto cambia.
Il destino presenterà il conto a Luca, Michi e Tommy, tre amici cresciuti assieme, ma divisi dal corso della vita, un prezzo altissimo che non fa sconti a nessuno.

La prima riflessione che ho fatto dopo aver letto questo libro mi ha portata a chiedermi se sia più forte il retaggio atavico del patrimonio familiare rispetto all’ambiente nel quale siamo stati cresciuti ed educati.
Se è così, allora quale può essere il ruolo della scuola, delle istituzioni per combattere le infiltrazioni mafiose se il destino dei giovani è già segnato?

E’ questa una lettura che colpisce e lascia il segno per la descrizione fredda di una realtà più vicina a noi di quanto crediamo, per il codice d’onore delle cosche che comprende iniziazioni e prove di coraggio, per un mondo criminale che non lascia scampo.







RECENSIONE - Il mercante della neve - di Tamara Fumagalli

 



La neve, accompagnata dal suo avvolgente silenzio, è in grado di portare pace e calore nei cuori che sanno coglierne la poesia. È grazie alla neve che si torna bambini, che si apprezzano di più il calore del focolare domestico e il gusto avvolgente di una buona cioccolata calda. La neve, però, nel suo raccogliere tutti dentro casa, può essere anche motivo di isolamento e smarrimento, spingendo chi la contempla a cercare se stesso nel senso di profonda e pacifica solitudine che trasmette. E cercando se stessi, si sa, si corre il rischio di trovarsi e di scoprirsi diversi da quello che abbiamo creduto di essere.

Oggi vi parlo di "Il mercante della neve" di Tamara Fumagalli, un romanzo che mi ha incantato per la sua ambientazione suggestiva. 

La Fumagalli riesce a creare un'atmosfera suggestiva e al contempo malinconica, dove una famiglia si ritrova in una baita magica, con un negozio all'interno e un deposito misterioso, i suoi proprietari scuotono l'animo di tutti ma in particolare della mamma che ha dei ricordi che le riaffiorano e si sente irrequieta. I bambini ne sono affascinati, con tutte le leggende che Antonio, il proprietario ama raccontare loro. Man mano anche il papà Sebastiano sente qualcosa riaffiorare dal profondo. La neve, elemento ricorrente, non solo funge da sfondo ma diventa metafora della trasformazione e della possibilità di un nuovo inizio.

I personaggi sono ben delineati e ognuno di loro aggiunge una nota di colore alla storia. La scrittura di Tamara è ricca e dettagliata, capace di trasportare in un mondo dove la realtà e la fantasia si intrecciano in modo armonioso. La sua scelta di usare la seconda persona singolare non ha appesantito il romanzo. L'ho trovato un po' difficile all'inizio ma perché non sono abituata, è il primo romanzo che leggo in questa forma di narrazione, poi la lettura si è fatta più fluida e non ci ho fatto più caso.

É stata una lettura avvincente e poetica, ideale per chi ama i romanzi che combinano elementi di mistero, magia e introspezione. Un libro consigliato per chiunque desideri perdersi in una storia che riscalda il cuore anche nei giorni più freddi.

Buona Lettura!







22 novembre 2024

RECENSIONE - Bad Romance - di Stefy Sciama



Titolo: BAD ROMANCE

Autrice: STEFY SCIAMA

Genere: YOUNG ADULT/NEW ADULT

Trope: hate to love, enemies to lovers, forced proximity, spicy, secrets and lies, small town, love triangle, emotional scars, sport vibes, high school vibes

Data di pubblicazione: 23 ottobre

Prezzo ebook: super offerta lancio 0,89€ solo il primo giorno; prezzo finale 2,99€

Prezzo cartaceo: da definire

Disponibile per gli abbonati KindleUnlimited


A diciassette anni vivevo in una minuscola cittadina del Minnesota e avevo tutto quello che una teenager dovrebbe desiderare: bellezza, soldi e fama. 

Ero fidanzata con Ryan Sinclair, il super sexy capitano della squadra di lacrosse del liceo Franklyn; a scuola avevo ottimi voti e la mia famiglia era spudoratamente ricca e aristocratica.

Adoravo il mio presente e nutrivo piena fiducia nel futuro.

 Niente avrebbe potuto incrinare la mia vita perfetta fatta di feste, dirette Instagram e sesso stellare.

Quanto mi sbagliavo! Non potevo essere più in errore di così. 

Il mio meraviglioso mondo era sul punto di implodere. 

Stavo per essere scaraventata negli abissi più oscuri e profondi, avrei sperimentato un dolore che mai nel mio immaginario di adolescente mi sarei sognata di conoscere.

 Un dolore vestito di nero, fatto di rabbia ed eccessi, con gli occhi magnetici più glaciali dell’universo: Thomas.

Thomas Sinclair avrebbe stravolto per sempre la mia vita e mi avrebbe fatto diventare l’essere spezzato che sono adesso, relegandomi in un cupo e freddo bad romance.

Il mio nome è Isobel Greyson. Siete pronti a conoscere la mia storia?


 

Leggere Stefy in questo romanzo è stato come ripercorrere quell'età che ci siamo lasciate tutte alle spalle.

Sogni nel cassetto, aspettative che si infrangono come onde su uno scoglio, davanti a quegli ostacoli che ti mette davanti la vita.

A diciassette anni si ha un piede già nell'età adulta, ma non ci sei dentro, non per intero e le difficoltà piegano, mettono in ginocchio chi ha sempre vissuto in una favola. Bisogna essere forti e seguire una corrente che rischia di trascinarti a fondo.

Stefy ha raccontato queste emozioni, le ho vissute attraverso gli occhi dei protagonisti, attraverso quella principessa, Isobel, che vede i suoi sogni andare in fumo, il suo futuro vacillare e perdersi.

Lei che non era preparata e che ha resistito, nonostante tutto.

Affascinante la figura di Thomas, il bello e tormentato, lui e il sorriso obliquo e quegli occhi che nascondono il dolore del rifiuto.

Uno stile semplice quello della Sciama, ricco di colpi di scena.

 Una trama dinamica e per nulla piatta, con un prologo che incuriosisce il lettore ad andare avanti per saperne di più di questa ragazza che è dovuta diventare adulta anzitempo.

Il PoV è quasi sempre quello di Isobel, e i capitoli in cui parla Thomas sono ricchi di sentimenti che ti portano ad amare ancora di più questo bad boy. Che tanto bad poi non è.

Un gioco di tradimenti e fiducia infranta, con colpi di testa tipici di un’età in cui ancora non sia coscienza della realtà che ci circonda.

Il finale è stato emozionante, come il riferimento a quei due fattori che caratterizzano l'autrice: l’arte e la musica, strettamente interconnesse fra loro perché capaci di cogliere l'essenza delle cose.

Ho immaginato Stefy come zia Ginny, lei e la sua comprensione, il modo di approcciarsi ai ragazzi, l’amore per la famiglia, un marchio ormai dell'autrice, che ammiro in primis come mamma.

Fare il genitore è uno lavoro duro al giorno d’oggi, soprattutto se la prole è numerosa, e sono convinta che Stefy porti un po’ del suo mondo nelle pagine dei libri che scrive.

Complimenti per questo romanzo che consiglio di leggere senza pregiudizi, ma con mentalità aperta che ti porta a vedere le cose da un punto di vista dei ragazzi che non sono mai troppo grandi per far fronte alle avversità della vita.

A presto