13 febbraio 2024

RECENSIONE : - "Sopra un giaciglio giallo paglierino" - di Emma Scacco

 




Titolo: Sopra un giaciglio giallo paglierino

Autore: Emma Scacco

Editore: O.D.E. Edizioni

Genere: romance contemporary

Prezzo ebook: 3.49 Prezzo cartaceo: da definire

Data pubblicazione: 31 gennaio

Pagine: 200 circa

Serie: no Autoconclusivo: sì


Trope: #bodyshaming #secondchance #friendstolove #Emotionalscars



Sono trascorsi anni da quando Benedetta ha detto addio a Noah e all'Italia. 

La sua vita è cambiata: non è più la ragazza sovrappeso che nascondeva la sua insicurezza in grandi sorrisi, è una donna in procinto di sposarsi con l'uomo che dovrebbe essere  la sua dolce metà e ha scelto la tenuta 

Corsi per dichiarare il suo sì.

Dovrebbe…

Eppure, non appena mette piede nella tenuta Corsi sente di trovarsi a casa, 

anche se molto è cambiato.

Certe cose, tuttavia, rimangono le stesse anche se sepolte sotto gli strati 

della polvere del tempo.

Il profumo della pelle di Noah, il suo modo di farla sentire speciale, il suono della sua voce.

Gli anni possono cancellare i chili di troppo, ma non possono nulla contro il destino. 

Un destino che la sta portando all'oblio o cerca di salvarla?

Benedetta ha una seconda possibilità, ma avrà la forza per capirlo?

 

Una storia d'amore, ma soprattutto di forza e coraggio.

A tutte le Benedetta che ogni giorno lottano per riprendersi la propria vita e la propria dignità di donna.




Faccio una premessa prima di iniziare a scrivere l’ennesima recensione: “Sopra un giaciglio giallo paglierino”, non è un romanzo che può essere letto con pregiudizi, o le arroganze dettate da una situazione che non si vive. Pertanto, vi consiglio la lettura di questo libro con la mente e soprattutto il cuore aperto, non con l’indice puntato verso l’apparente debolezza di una donna che nasconde in realtà la volontà di legarsi a un uomo, anche se sbagliato, con il solo scopo di sentirsi giusta, bella, apprezzata.

Il romanzo della Sacco parla di riscatto, seconde possibilità e di quella realtà che si vivono quotidianamente in molte famiglie…Realtà fatte di violenza, di teste che si abbassano, di umiliazioni che poi vengono cancellate con una parola con un gesto…

L’autrice non solo è stata in grado di descrivere la realtà nuda e cruda, ma è stata capace di entrare in sintonia con un personaggio, con la sua psicologia, con quella mente labile che altera verità allo scopo di non sentirsi per l’ennesima volta sbagliata e credetemi non è per nulla facile.

Il primo complimento va per questo a Emma, per aver reso viva Benedetta, con le sue fragilità, pianti repressi, lividi che tenta di nascondere dietro a un sorriso che sa di rassegnazione.

In molti pensiamo, quando ci troviamo davanti a una notizia che riguarda una qualsiasi violenza: Non poteva ribellarsi?

Non è semplice, non è scontato, perché si entra in un loop dove tutto ciò che fa l’altro per offendere è solo un modo per lenire un disagio, una sofferenza, che una persona si porta dietro da anni.

Ma Benedetta, Nenè, ha la sua seconda possibilità.

Quella che la vede tornare lì dove l’affetto non è mai mancato, dove un amico può essere un cane, un animale, dove la campagna Maremmana dona sollievo a un animo rotto, spezzato.

Lì dove chi ha sempre definito migliore amico altro non è che un pezzo di cuore e forse ciò che ha scatenato il rifiuto verso sé stessa, quello che ha fatto sì che uno specchio si infrangesse in mille pezzi, perché rimandava un immagine che non sempre si accetta.

Il libro è un inno alla forza, quella che si ritrova quando si raschia il fondo quando ciò che ritieni perduto viene ritrovato.

Sono stati molti i momenti di commozione, tante le volte in cui mi sono fermata prima di proseguire, perché le emozioni erano scritte in modo talmente profondo ho dovuto respirare prima di andare avanti.

Amo analizzare i testi, è una mia caratterista, e questo romanzo l’ho apprezzato e amato per il reale messaggio che lascia: bisogna amare prima se stessi e poi gli altri.

Ringrazio nuovamente l’autrice per questo piccolo scrigno del tesoro, per l’amore che ci mette nella descrizione di quegli animali che sono ormai il suo totem: i cavalli (che a mia volta amo).

E, a mio dire, le cinque piume sono meritatissime, per la storia in sé, per quei paesaggi che ti fanno desiderare di visitarla la campagna Toscana, per l’amore di una famiglia che adotta e si chiude a proteggere chi designa come suo membro, per il testo perfetto.

Attendo il prossimo romanzo di un’autrice che è sempre un piacere leggere.

A presto 





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