Titolo Chocolate war
Genere: Commedia romantica – food romance
Chi comanda in cucina? Io, sostiene Massimiliano Vialardi,
lo chef del cioccolato, a cui poche donne sanno resistere. Io, pensa Caterina
Malena, la blogger spigliata che offre ricette furbe e golose a chi non ha
tempo di cucinare. Massimiliano e Caterina però non si sopportano. Niente di
preoccupante, certo, finché l’antipatia e la rivalità si consumano a distanza.
Ma quando la cucina diventa la stessa per entrambi? E in mezzo ci mette lo
zampino anche una scomoda, imprevista attrazione? Chef e blogger ricevono
infatti una proposta inaspettata a cui non possono dire di no. Un progetto top
secret che potrebbe rappresentare la soluzione ai loro problemi professionali.
Ma, soprattutto, decreterebbe una volta per tutte chi è il migliore tra loro.
La posta in gioco è altissima e per raggiungere un obiettivo importante, si sa,
non sempre si può combattere lealmente, tanto più se in gioco ci sono
l’orgoglio e il proprio futuro. Perché tutto è lecito in guerra, in amore... e
anche in cucina.
Chocolate
war è una commedia romantica con l’aggiunta della componente food, che, ahimè,
per quelli come la sottoscritta perennemente a dieta è stata un supplizio, un
dolce supplizio.
La
cosa che più mi ha colpito in questo libro, è stata l’accuratezza dei
particolari che l’autrice ha messo nella preparazione di quei piatti che ti
fanno venire l’acquolina in bocca.
Da
qui si denota un grande amore per la cucina, perché solo amore può portare a
descrivere le cose in un determinato modo.
Oltre
a questo, la disputa a colpi di cioccolato, o tortini che portano i colori dell’arcobaleno
ha reso tutto perfetto.
Massimiliano e Caterina e la loro guerra, che
si tramuta in attrazione, che sfocia in un sentimento che nessuno dei due aveva
previsto.
Una
blogger e uno chef, di quelli che non incantano solo per i piatti che prepara.
Dio, avrei voluto essere una di quelle cameriere che lo osservava, concentrato,
nelle composizioni artistiche che le sue mani creano.
Ma
dietro l’apparente luce c’è sempre un’ombra che incupisce lo sguardo nel nostro
chef.
La ricerca continua di sentirsi accettato da
chi l’amore dovrebbe darlo indipendentemente dai risultati raggiunti.
Mi
è piaciuto il modo in cui l’autrice ha intessuto una trama nella trama.
Nessun
personaggio è stato lasciato al caso, non diventano comparse, ma tutti
potenziali protagonisti e ho riso, tanto con quei genitori apprensivi che
montano castelli destinati probabilmente a crollare, ma nonostante tutto mantengono
la loro figura e sostengono quei figli anche se commettono un errore.
Non tutti sono uguali, però, e il cuore può
andare in frantumi come un gomitolo di cristallo che non è solo una scultura,
ma la rappresentazione della vita in sé, che richiede piccoli passi per
sciogliere una matassa anche ingarbugliata.
E
allora la dolcezza del cioccolato si mescola all’asprezza di quegli aromi che
lo rendono completo.
Perché
si sta la vita non è sempre zucchero, ma l’altra faccia, quella che si vuol tenere
lontano, comporta sfumature acide, ma che in qualche modo completano l’essere
umano.
Complimenti
all'autrice, per l’accuratezza di quei particolari che fanno la differenza e per
quella pasta alla norma che prometto, appena finito di pesare le pietanze, preparerò
A
presto
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