09 gennaio 2023

RECENSIONE: - "Biglietto per l'inferno" - di Velia Torre




Titolo: Biglietto per l’inferno

Autore: Velia Torre

Collana: Voci

Prezzo di copertina: 13,00



Un sogno, un incubo premonitore. Due vite intrecciate da un destino crudele accompagnato da un biglietto di sola andata per l’inferno. Ginevra, un’adolescente che si troverà a dover scegliere tra la scuola, la danza e David, il fratello maggiore del suo miglior amico, di undici anni più grande. Un amore nascosto, proibito, a tratti velenoso. E una malattia che porterà David a dividersi tra la vita e la morte. Una storia introspettiva, che vede come unica voce Ginevra, una ragazzina cresciuta troppo in fretta.



Diversi sono gli spunti su cui soffermarsi in questo libro dell’autrice Velia Torre.

Protagonista è Ginevra, un’adolescente che, come molte coetanee, coltiva dei sogni come diventare ballerina e trovare il vero amore.

Sin dall’incipit del romanzo facciamo i conti col fatto che, però, la vita di Ginevra è sottolineata, sin da quando era piccola, da un sogno ricorrente dove la fa da padrone il mare tempestoso e dalla leggenda della Ninfa e del Cacciatore entrambi presagi funesti.

Ginevra è una ragazza socievole, si integra subito nel liceo dove è appena entrata. È questo il periodo in cui incontra per la prima volta David, fratello del suo migliore amico Stefano, e di cui s’innamora, ma ha la consapevolezza immediata che questo porterà solo guai poiché nei suoi occhi rivede nitidi gli occhi verdi della Ninfa di cui le raccontava la madre da bambina: “tornai un attimo indietro nel tempo a quando mia madre mi raccontava la storia della ninfa con gli occhi verdi. Mi pietrificai. Spesso la rivedevo nei miei sogni che frequentemente si trasformavano in incubi… Era meglio stare lontana da quel ragazzo”.

David, architetto a Miami, è di undici anni più grande di Ginevra, proprio per questo la ragazza si vieta di confidare il suo innamoramento a Stefano e a sua madre con la quale ha pure un ottimo rapporto; inizia, così, un diario immaginando di parlare proprio a David. Interessante come il libro, già abbastanza introspettivo con pov in prima persona, nel momento in cui si modula a diario approfondisca i sentimenti di Ginevra rendendo la narrazione più intimista e priva di filtri poiché sono proprio quei sentimenti che Ginevra tiene gelosamente per sé: turbamenti del cuore e stupore iniziale per ciò che le sta accadendo: “Dimmi che almeno sai che esisto. Sei così lontano. Vorrei incontrarti, conoscerti, viverti. Questo è amore? non so rispondermi da sola. Mi chiedo se dovrei fermare questo delirio. Dovrei?”, ma anche angosce per i sogni/incubi ricorrenti, paura per quel continuo senso di morte che avverte in ogni cosa che sia legata all’amore, collegandosi al taglio greco della corrispondenza fra Eros e Thanatos, ossia Amore e Morte (se si volesse, poi, ampliare anche Hypnos, il sonno, fratello di Thanatos e presente anch’esso con gli incubi di Ginevra!). E tutto è straordinariamente amplificato dalla giovane età della ragazza che, se da un lato si rende conto razionalmente che c’è dell’assurdo ad innamorarsi di una persona in pochi minuti, dall’altro è un continuo ‘bruciare’ d’amore: “D. mi manca e non capisco come possa essere possibile. Come può mancarmi una persona che non è mai stata mia?”.

Poi si incontrano di nuovo, si dichiarano il loro rispettivo amore e inizia una storia d’amore clandestina, fatta di messaggi e telefonate segrete. I sogni ricorrenti non hanno abbandonato Ginevra di cui parla sempre nel suo diario, suo confidente e che, in parte, le restituirà in futuro, il senso d’appartenenza provato tra le braccia di David.

Struggente tanto quanto diretto.

Apparentemente semplice nella narrazione, concettualmente è un libro molto ricco e ben scritto. Ho apprezzato tantissimo la connessione tra la vita di Ginevra e la mitologia antica che ha dato originalità al lavoro dell’autrice.





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