02 gennaio 2023

Recensione: - SPACE LOVE - di Deborah Fasola

 



Titolo: 𝐒𝐏𝐀𝐂𝐄 𝐋𝐎𝐕𝐄

Autrice: 𝐃𝐞𝐛𝐨𝐫𝐚𝐡 𝐅𝐚𝐬𝐨𝐥𝐚

Genere: ROMANTIC COMEDY – AGE GAP – HATE TO LOVE - FORCED PROXIMITY – CHRISTMAS VIBER

Data pubblicazione: 5 dicembre 2022

Autoconclusivo: si - Serie: no

Lunghezza: 450 pagine circa

Formato: Ebook € 0,99- Copertina flessibile - € 13,99

Un astronauta.
Una conduttrice radiofonica.
Un esperimento sociale…
… A Natale.

Caleb
Non sono altro che un astronauta. Dell'uomo che sono stato, che potrei essere o ancora diventare, non è rimasto poi molto.
Soprattutto dopo il terribile accaduto.
Specialmente perché sto meglio oltre l'idrosfera, viaggiando nell'immenso vuoto alla velocità della luce e tra le stelle, rispetto che con i piedi per terra e tra la gente.
Almeno fino a quando ho incontrato lei…

Nova
Lo so che sono un immenso casino.
Ma la mia vita prima dell'astronauta era normale.
Avevo un sogno, un lavoro fichissimo, una casetta tranquilla e una rubrica nella radio dove sono perfetta voce e icona.
Fino a quando lui non si è infilato nelle mie giornate a forza, e i miei radioascoltatori non hanno lanciato questa idea folle dell'esperimento sociale.
Io: volubile, fifona, pazzerella, giovane e sognatrice. Lui: burbero, strafottente, adulto e brontolone.
Insieme per quasi tre settimane in una casa, sotto l'occhio vigile delle telecamere, con la nostra vita trasmessa in tv e alla radio.
Alla fine ci schianteremo o saremo pronti al decollo?
Ma senza toccarci mai, sia chiaro.
Perché toccarsi è proibito.
Basta solo… superare questo gioco e tornare alle nostre vite. Ma se insieme ci curassimo fin troppe ferite e al contempo ci facessimo persino un po' male, sarebbe poi possibile dimenticare?

Perché se davvero ami qualcuno lo lasci andare, lo lasci libero di vivere il suo

 destino, mentre tu accetti il tuo”

È impossibile non iniziare la recensione dei romanzi della Fasola senza almeno una citazione a rappresentarla. Non contemplabile la cosa, quando a trovarti davanti non è mai un semplice libro, ma una poesia. Ho definito nelle mie passate recensioni Deborah Fasola un bardo, lei ha un’arte fra quelle mani che stringono una penna. Saper dar fondo a tutte le sue emozioni e buttarle su carta dove diventa un crescendo una musica che da lenta e dolce diventa sempre più veloce acuta e tu rimani lì ad ascoltare, a vedere, a impiegare tutti i cinque sensi per entrare sempre di più in una storia che ti porta a pensare " no devo andare avanti, continuo a leggere " ed è così che questa volta l'autrice mi ha fatto conoscere uno scenario poco trattato. Mi ha portato fra le stelle, lì dove la gravità non esiste, dove cuore e mente diventano leggeri, ma ci sono e si spezzano quando Caleb, il protagonista, perde un po' sé stesso. E quegli organi che li fra nebulose e stelle che brillano non pesano diventano macigni sulla terra. Un uomo distrutto che però non aveva messo in conto una Supernova che con la potenza della sua luce lo abbaglia e gliene restituisce un po', di luce, perché fra le tenebre c'è sempre uno spiraglio da seguire. Un gioco questo doveva essere, per cercare di ritrovare un po' sé stesso, per distrarre la mente troppo chiusa in un dolore che lacera l'anima. La stessa anima che Deborah è riuscita a sfiorare con le sue parole, con quel suo linguaggio sempre fluido, in PoV alternato, come quel sorriso che ti ha regalato a ogni battuta che i due si sono scambiati a ogni sguardo fino a che la passione non è esplosa proprio come quelle stelle che muoio e lo fanno nella luce regalando un ultimo spettacolo che abbaglia. Magnifico lo studio che c'è stato dietro, perché ok descrivere una città, un luogo fatato, ma non è facile farti sentire addosso ciò che prova un uomo quando chiuso in uno shuttle lascia la terra per raggiungere un posto troppo lontano per riuscire solo a scorgerlo. L'universo. Io non posso che fare i complimenti all'autrice per averci regalato un altro romanzo che porta un solo messaggio: nessuno può perdersi se non vuole veramente, perché nell'anima rimane sempre la speranza della redenzione e le cinque piume diventano simboliche perché ogni singola parola ogni frase ne vale molto molto di più.
A presto






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